Diverse associazioni che si battono a tutela dei cittadini della Rete stanno puntando il dito contro Internet.org, colpevole a loro avviso di essere contrario ai principi della net neutrality e di rappresentare per questo una minaccia all’uguaglianza di opportunità, alla sicurezza, alla privacy e di conseguenza all’innovazione ed alla libertà di espressione.
Il progetto è stato voluto e pensato da Mark Zuckerberg per portare la connettività nelle aree del mondo afflitte dal digital divide e fornire servizi online senza costi aggiuntivi per gli utenti . Per farlo, tuttavia, si basa su accordi con i fornitori di servizi di connettività locali e punta a dare l’accesso solo ad una parte dei contenuti della rete e ad alcuni servizi selezionati.
I primi ostacoli per il progetto sono stati legati proprio al fatto che in un primo momento l’idea era quella di legarlo ad una selezione di servizi e ad una cerchia ristretta di partner selezionati: Facebook ha tentato di battere la strada dell’apertura, offrendo l’accesso al progetto a sviluppatori terzi, ma ciò non sembra sufficiente.
Ora 65 diverse associazioni provenienti da 31 diversi paesi hanno scritto una lettera aperta (pubblicata su Facebook) a Mark Zuckerberg, in cui raccolgono tutti i loro dubbi.
A preoccupare, in particolare, è che mentre a parole Facebook assuma una posizione sostanzialmente favorevole alla net neutrality, di fatto starebbe costruendo un walled garden in cui le persone più povere al mondo potranno avere accesso solo ad una serie insicura e limitata di siti e servizi .
Il tutto è basato sul modello dello zero rating , in base al quale gli internet service provider offrono il traffico verso specifici servizi ed applicazioni gratuitamente, escludendoli quindi dai consumi ricompresi nel relativo data plan. Questo, oltre a generare un problema di comunicazione e di pubblicità ingannevole (dal momento che il progetto sembra invece suggerire l’idea che aiuterà gli affetti da digital divide ad accedere ad Internet in generale), costituisce anche un problema di libertà: questa serie di siti e servizi consentiti, infatti, sarà limitata a quelli approvati dal social network e presumibilmente anche dalle autorità locali .
A livello tecnico, poi, l’ultimo aggiornamento del programma Internet.org proibisce ai servizi partecipanti l’utilizzo di TLS (Transport Layer Security), Secure Socket Layer (SSL) o HTTPS: pur essendo standard di sicurezza affermati, si sceglie di esporre gli utenti ad attacchi e violazioni della privacy per contenere il traffico di rete.
Claudio Tamburrino