Se i risultati fiscali dello scorso trimestre di Apple erano tutti incentrati sul successo di iPhone, quelli annunciati ieri sera devono invece per forza di cosa tenere conto del calo di iPad: Cupertino ha segnato un record nel periodo e una crescita rispetto allo scorso anno, ma con qualche chiaroscuro che non ha dato al titolo AAPL il consueto sprint del “dopo annuncio”. Il responsabile di questa cautela è senza dubbio il tablet della Mela: non è cresciuto, anzi, e sebbene il momento non sia dei migliori per i device di questo formato (come confermano i numeri IDC e Gartner ) la capacità di garantire margini consistenti un tempo virtù di iPad pare decisamente appannata da 6 mesi in calo.
Al di là dell’inevitabile declino di iPod (che comunque rappresenta ormai solo l’1 per cento del fatturato totale di Apple) il tablet di Cupertino segna il secondo trimestre consecutivo con il segno negativo, anche se rispetto al calo del 14 percento del mercato dei tablet, il calo del’iPad si assesta su un valore del 9,2 per cento. Secondo alcuni analisti il calo generalizzato del settore è dovuto al successo crescente dei cosiddetti phablet (smartphone con display da 5 o 6 pollici) che vanno a cannibalizzare i modelli più piccoli dei tablet, il CEO Tim Cook punta il dito in direzione del mercato enterprise dove si augura ci possano essere margini sostanziosi di crescita (e l’accordo con IBM servirebbe proprio a questo). Resta il fatto che se per il trimestre passato si era parlato di numeri falsati dalle anomale disponibilità di magazzino nel 2013, ora diventa più difficile trovare una scusante: sarà indispensabile offrire nuovi modelli in grado di risollevare la vendite di questo mercato ancora nascente .
Parlando di risultati positivi, come dicevamo sopra (e nonostante si avvicini il momento del lancio del futuro modello), iPhone continua a vendere sempre di più facendo segnare, con oltre 35 milioni di unità, un incremento del 13 percento rispetto allo stesso trimestre del 2013. Il risultato è ancora più interessante se lo si confronta con quello che sta accadendo al nemico/amico Samsung, il cui trimestre difficile è guidato al ribasso proprio dai cattivi risultati dell’ultimo arrivato, il Galaxy S5 . Ad ogni modo, lasciando perdere i risultati della concorrenza, il successo del melafonino era intuibile osservando come iPhone 5S era riuscito a mantenere la testa della classifica dei telefoni più venduti: il fatto che secondo le voci Apple si stia preparando al più grande lancio di sempre, con ordini tra i 70 e gli 80 milioni di unità per il futuro iPhone 6, lascia immaginare che le attese per il nuovo modello dallo schermo maggiorato sono molto elevate.
Tornando ai numeri attuali, con i sui 19,7 miliardi di dollari iPhone totalizza il 53 percento del fatturato totale di Apple, una percentuale leggermente inferiore rispetto al 57 percento dello scorso trimestre ma comunque largamente preponderante. La percentuale è probabilmente scesa perché, oltre all’aumento del 12 per cento del comparto di iTunes Store, software e servizi, c’è un altro settore che ha trascinato i risultati di questa trimestrale, ed è la crescita del del settore Mac. Nonostante le previsioni di Gartner e IDC sembravano dire l’esatto contrario, e nonostante le poche novità introdotte in questo trimestre (un iMac entry-level dalle prestazioni non esaltanti e un aggiornamento , questo più interessante, dei MacBook Air) il comparto dei computer con la mela è cresciuto del 18 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e fa segnare anche un incremento di 7 punti rispetto al trimestre precedente.
Complessivamente Apple ha realizzato un fatturato di 37,4 miliardi di dollari, in linea con le previsioni fatte da Apple tre mesi prima (che parlavano di un fatturato tra i 36 e i 38 milioni di dollari) e in crescita del 6 per cento rispetto al 2013. L’andamento è stato positivo ovunque, con una crescita molto più marcata (più 28 per cento) in Cina, mercato che secondo Cook è ancora tutto da conquistare, e nell’area BRIC (Brasile, Russia, India e appunto Cina). Quello che è più positivo è la crescita del margine operativo lordo, passato dal 36,9 per cento di un anno fa, al 39,4 per cento attuale, ben oltre le stime: questo ha spinto gli utili a 7,7 miliardi di dollari (in crescita dell’11,6 per cento rispetto ai 6,9 miliardi dello stesso trimestre dell’anno scorso) pari a 1,28 dollari per azione diluita, che va raffrontato con il valore di 1,07 dollari del 2013; a seguito di questo risultato, il consiglio di amministrazione di Apple ha deciso di elargire un dividendo pari a 0,47 dollari per azione.
Alla luce di questi numeri, come dicevamo in apertura il titolo AAPL ha sostanzialmente annullato nella contrattazione After Hours il guadagno che aveva ottenuto durante la seduta di ieri a Wall Street (+0,83 percento alla chiusura, -0,6 percento a Borsa chiusa nel momento in cui scriviamo).
Luca Maestri (l’italiano che recentemente è diventato il nuovo CFO di Apple) ha voluto sottolineare che Apple ha generato 10,3 miliardi di dollari di flusso di cassa, restituendo oltre 8 miliardi di dollari agli azionisti attraverso dividendi e riacquisti azionari nel corso del trimestre concluso a giugno; attualmente Apple ha già operato su 74 miliardi di dollari rispetto ai 130 previsti dal programma di ritorno del capitale, programma che verrà completato nel giro dei prossimi sei trimestri. Tim Cook ha invece rivelato che Apple ha acquisito ben 29 società negli ultimi nove mesi ( 30 se includiamo anche Beats ), il che dovrebbe indicare che per i prossimi prodotti si attendono numerose novità, come velatamente anticipato dal CEO.
In conclusione vanno sicuramente ricordate le previsioni per il trimestre in corso: Apple prevede un fatturato fra i 37 miliardi di dollari e i 40 miliardi di dollari con un margine operativo lordo compreso in una finestra fra il 37 e il 38 percento. Se verranno confermati, questi dati sono in linea con i risultati ottenuti nello stesso periodo dello scorso anno (37,5 milioni di fatturato e un margine del 37 percento) e forse è proprio questo stallo nelle previsioni che ha smorzato l’entusiasmo degli investitori. Nelle attese come di consuetudine la crescita più consistente si registrerà nel trimestre successivo, quello natalizio: per allora Apple avrà presentato la sua nuova linea di prodotti e servizi, magari strizzando già l’occhio alle aziende con qualche offerta legata al recente accordo con IBM.
Domenico Galimberti
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