“È la prima risoluzione adottata dalle Nazioni Unite per confermare che i diritti umani nell’ambito di Internet devono essere tutelati con lo stesso impegno che c’è nel mondo fisico”. Parola dell’ambasciatrice statunitense Eileen Chamberlain Donahoe, recentemente intervenuta a Ginevra per illustrare alla stampa i principali dettagli della prima risoluzione sulle libertà digitali .
Una chiamata urgente per tutti gli stati membri, che dovranno proteggere i nuovi diritti legati all’ecosistema Internet , con il medesimo sforzo che viene profuso per la tutela delle libertà fondamentali dei cittadini nel mondo offline. Con il benestare di 85 organizzazioni internazionali, di cui 30 in rappresentanza dell’intero Consiglio per i Diritti Umani all’interno delle Nazioni Unite.
“Il libero flusso dell’informazione è continuamente minacciato da molti paesi del mondo – ha spiegato a caldo il Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton – Assistiamo ad una crescita allarmante nel numero di episodi legati alla censura governativa o alla persecuzione di cittadini per quello che fanno sul web. A volte per un semplice messaggio o cinguettio su Twitter”.
Soddisfatto l’ambasciatore tunisino Moncef Baati, che ha ricordato il ruolo fondamentale ricoperto dai social network nella rivolta popolare contro il leader Zine El Abidine Ben Ali. Tra gli altri paesi favorevoli alla risoluzione, Stati Uniti, Turchia e Brasile. Voto contrario da parte dei governi di Cina, Russia e India .
Mauro Vecchio