Di iOS 7 si è ampiamente parlato fin dal giorno della sua presentazione, complici anche le numerose analisi fatte dagli sviluppatori sulle versioni beta. C’è chi ha apprezzato dal principio il nuovo stile grafico di Jonathan Ive, chi l’ha trovato insopportabile, chi non ha perso occasione di rimarcare le somiglianze o le ispirazioni prese da altri sistemi (salvo poi ritrovare , proprio su questi altri sistemi, la riproduzione di quanto realizzato da Apple).
In ogni caso, dopo tre mesi di attesa, Apple ha reso disponibile iOS 7 a tutti gli utenti di iPhone (a partire da iPhone 4 del 2010), iPad (a partire da iPad 2 del 2011) e iPod Touch (solo l’ultima generazione). Il download, di dimensioni comprese tra 700MB e i 900MB, ha causato non pochi problemi di affollamento nelle prime ore di disponibilità, con conseguenti rallentamenti per molti utenti: personalmente, dopo qualche tentativo andato male, sono riuscito ad aggiornare iPhone e iPad in circa 40 minuti, ma per molti non è stato così facile. Nonostante ciò, a sole 48 ore dal rilascio , iOS 7 era già presente su quasi il 40 per cento dei dispositivi Apple censiti, e domenica sera la percentuale saliva verso il 60 per cento.
Ma veniamo alla prova vera e propria: diversamente da tutti gli aggiornamenti passati, il primo impatto con iOS 7 è quello di trovarsi di fronte ad un sistema completamente nuovo. Più avanti vedremo che questa sensazione corrisponde in parte a verità, mentre in parte è solo un’impressione indotta dal restyling grafico. Il lavoro fatto da Apple è stato enorme: a parte l’ottimizzazione per i 64bit del nuovo Apple A7 (i cui benefici si vedranno solo con iPhone 5S e i prossimi modelli di iPad), non solo il sistema è stato completamente rivisto, ma anche tutte le applicazioni fornite a corredo, e in mezzo alle numerose modifiche ce ne sono alcune apprezzabili, altre un po’ meno, e anche qualche inevitabile bug .
Cominciamo dall’aspetto estetico, che costituisce il primo contatto col sistema e accompagna l’utente in ogni sua operazione. La nuova interfaccia ideata da Ive è molto minimalista, a tratti anche troppo: non stiamo parlando solo dell’abbandono dello skeumorfismo (che ancora rimane in tutte le App come iWork, iPhoto, iMovie, Garageband e iBooks) ma di un livellamento estremo di ogni icona, della sparizione di pulsanti (spesso sostituiti da semplici scritte o rappresentazioni grafiche molto basilari) e anche della semplificazione nelle definizione degli spazi. Le cartelle per esempio non hanno un contorno ben definito, sono realizzate sfocando lo sfondo del quadrato che definisce la cartella stessa, e lo stesso effetto di sfocatura è quello che accompagna il centro di controllo , il pannello delle notifiche , la schermata di sblocco, e altri elementi del sistema, come lo stesso dock. Il difetto di questa scelta, per molti aspetti gradevole, è che scegliendo uno sfondo non adeguato si rischia di perdere visibilità e leggibilità, e tra le immagini proposte da Apple (tralasciando gli sfondi dinamici di dubbio gusto) la scelta si riduce a pochi elementi validi.
Sotto certi aspetti la nuova interfaccia sembra studiata ad-hoc per accompagnare al meglio iPhone 5C e i suoi sfondi uniformi intonati con il colore del case. Va comunque notato che, per rendere un po’ meno piatta la visuale, Apple ha introdotto una sorta di visualizzazione 3D che pone icone e sfondo su due piani differenti, e utilizza l’inclinazione del dispositivo per dare la sensazione del movimento relativo tra i due piani.
Scendendo nei dettegli delle nuove icone, i gusti non si discutono, ma il verde acido utilizzato per le applicazioni di Messaggi, Telefono, e Facetime (che ora, anche su iPhone, è un’app separata, indipendente, e utilizzabile anche per chiamate solo vocali) non piace molto, mentre lo trovo adeguato nei pulsanti della pagina delle impostazioni. Le altre icone invece non dispiacciono, anche se in generale sono un po’ “fredde”: in particolare sono gradevoli l’icona di Immagini (di cui parleremo più avanti), la nuova Bussola stilizzata, e soprattutto quella dell’Orologio, che è sostanzialmente identica a prima ma si aggiorna in tempo reale come se fosse un widget. Per chi ancora non l’avesse notato, anche iCloud ha preso le sembianze di iOS 7.
Accantonando l’aspetto puramente estetico del nuovo sistema, come dicevamo sopra tutte le app incluse in iOS 7 sono state ampiamente rinnovate. Scendere nei dettagli della descrizione di ognuna sarebbe inutile, ma forse vale la pena soffermarsi su alcuni cambiamenti delle applicazioni maggiormente utilizzate o che hanno subìto maggiori modifiche: una di queste è Mail . L’applicazione di posta elettronica integrata in iOS 7 è forse l’esempio più lampante del cambio di rotta dettato da Ive: minimalismo estremo, tanto da rendere difficoltoso scovare il numero delle mail ancora da leggere (basterebbe evidenziarle con cerchio), ma leggerezza dell’interfaccia e qualche opzione in più di personalizzazione. Per esempio, ora è possibile decidere quali caselle dei vari account mostrare direttamente nella colonna principale, e lo slide per eliminare i messaggi (che non è più verso destra, ma verso sinistra) offre anche altre opzioni.
Un’altra delle applicazioni più utilizzate è sicuramente Safari e qui i cambiamenti riguardano più la versione per iPhone che quella per iPad: nel caso di più pagine aperte, il telefono Apple mostra ora la possibilità di selezione tramite una vista 3D simile ad uno schedario, mentre iPad mantiene la gestione di più pagine in tab separati. Su entrambi i dispositivi il campo per l’indirizzo e quello per la ricerca sono stati uniti (soluzione già adottata su Safari per OSX) e la modalità di navigazione privata diventa accessibile direttamente all’interno della stessa applicazione, senza dover richiamare le impostazioni. Anche la modalità a tutto schermo è migliorata, ma anche qui parliamo solo di iPhone, perché su iPad non è disponibile (anche se sarebbe gradita).
Il Calendario è un altro esempio che bene mostra (sia in positivo che in negativo) i cambiamenti introdotti dalla nuova release di sistema. L’app Calendario acquista una visuale più pulita e coerente, dove si passa da una panoramica annuale al dettaglio giornaliero grazie ad una serie di “zoomate” che si ottengono con un tap sul mese e il giorno interessato. Nonostante questo tocco di coerenza, su iPhone si perde la possibilità di visualizzare direttamente gli impegni giornalieri nella vista mensile, anche se viene offerta la possibilità di spostarsi rapidamente da un giorno all’altro tramite lo scorrimento a un dito e rimane la possibilità di sfruttare la vista settimanale, quella che si ottiene orientando il dispositivo in orizzontale. Complessivamente il risultato può sembrare qualcosa di meno immediato rispetto a prima, ma almeno è stata migliorata la modalità di inserimento e di modifica degli impegni su iPhone. Su iPad la visuale rimane identica a prima, e tutti gli impegni sono direttamente visibili anche nella vista mensile, grossomodo alla stessa maniera di OSX; continua a mancare, su iOS, l’indicazione della numerazione della settimana, indicazione che sarebbe molto utile e gradita (tanto più che è già presente su OSX).
Proseguendo nella carrellata delle applicazioni, arriviamo ad Immagini e Fotocamera, altre due applicazioni di largo utilizzo su iOS. Immagini porta su iOS il concetto degli eventi temporali già presente in iPhoto su OSX, ma lo arricchisce di una visuale “coreografica” con un effetto di miniaturizzazione di tutte le immagini dello stesso anno. Al di là di questo, Immagini aggiunge automaticamente la suddivisione dei video e di alcune categorie di foto (come le foto panoramiche) e tra le opzioni di modifica introduce una serie di filtri simili a quelli di molte altre app di fotoritocco. Gli stessi filtri sono disponibili direttamente anche al momento dello scatto, e l’app Fotocamera , oltre a consentire (finalmente) lo zoom durante la registrazione dei filmati, introduce anche una nuova interfaccia dove tutte le opzioni sono accessibili direttamente nella schermata stessa dello scatto. Anche lo stesso scatto sembra ora più veloce rispetto a prima (soprattutto durante gli scatti in HDR), ma di contro l’algoritmo di messa a fuoco appare più lento, perlomeno nel primo accesso all’applicazione.
Ricordando che iPhone è nato proprio con l’intenzione di unificare iPod con lo smartphone, concludiamo la panoramica delle applicazioni dando uno sguardo a Musica. Anche qui la via è quella della semplificazione e i risultati sono apprezzabili perché l’applicazione risulta essere molto più gradevole e più “leggera” da utilizzare, soprattutto su iPhone. Da notare che, come dettaglio di inizio di una nuova era di iOS, la nuova interfaccia ha eliminato l’effetto CoverFlow che aveva accompagnato iPhone fin dalla sua nascita, per sostituirlo con una più semplice vista “a murale” che riunisce tutte le copertine in un’unica lunga carrellata di immagini.
Le modifiche alle applicazioni fornite col sistema non si fermano qui ma coinvolgono anche il Meteo, la Bussola (che ora include anche una livella dalla grafica originale), le informazioni di Borsa, le Note, i Promemoria, la Calcolatrice ecc. Ma, senza scendere troppo in certi dettagli, è meglio dare uno sguardo a quelle modifiche funzionali che potrebbero maggiormente interessare a chi è ancora indeciso sull’aggiornamento del sistema.
Le impostazioni, a parte il restyling grafico, hanno mantenuto grossomodo la stessa struttura precedente, anche se si nota l’aggiunta degli account Flickr (per la condivisione delle foto) e Vimeo (per i video), oltre naturalmente a tutte quelle voci relative alle nuove funzioni: il centro di controllo , come accennato all’inizio, è una di quelle. Si tratta un pannello accessibile con lo scorrimento del dito dalla parte bassa dello schermo che consente di accedere in modo veloce ad alcune impostazioni (modalità aereo, WiFi, Bluetooth, luminosità dello schermo), nonché ai controlli musicali, ad Airplay, alle applicazioni di utilità più comune (orologio, calcolatrice, fotocamera) e ad un paio di funzioni nuove. Una è la Torcia, che credo non necessiti di spiegazioni, e l’altra è AirDrop .
AirDrop è la versione di Apple della condivisione dei documenti tra dispositivi: si può decidere se essere visibili a tutti o solo ai proprio contatti e, una volta selezionato il documento da condividere, AirDrop fa tutto in automatico riconoscendo chi ci sta intorno e consentendo di inviare (e, per la controparte, di accettare) file attraverso WiFi o Bluetooth. Funzione molto comoda, ma limitata ai dispositivi Apple.
Se lo scorrimento dal basso fa accedere al nuovo centro di controllo, quello dall’alto ci porta il già noto centro notifiche , anch’esso ampiamente rivisitato con informazioni più dettagliate e specifiche per la giornata in corso. Continuando a parlare di scorrimento, se prima spotlight (il veloce motore di ricerca basato sui metadati) era accessibile come pagina all’estrema sinistra, ora è accessibile da qualsiasi punto del sistema trascinando la pagina verso il basso, fatto che lo rende più accessibile in un maggior numero di occasioni.
Anche sul multitasking sono stata introdotte delle modifiche sostanziali: la più evidente è che accedendo alle applicazioni aperte tramite il canonico doppio click sul pulsante home non si vede solo l’icona delle applicazioni aperte, ma si ha un’anteprima del loro stato. La chiusura si realizza trascinando l’applicazione verso l’alto, mentre da un’apposita voce delle impostazioni si può decidere quali app possono lavorare anche in background recuperando dati dalla Rete o dal sistema di localizzazione, così da limitare eventuali sprechi della batteria (sulla cui durata a seguito dell’aggiornamento non mi sento ancora di pronunciarmi, visto il limitato tempo di prova e l’utilizzo particolare di questi giorno orientato a scoprire le novità del sistema).
Un’ultima osservazione sulle modifiche funzionali dell’interfaccia possiamo farla parlando delle cartelle: iOS 7 ha rimosso il limite degli elementi inseribili nella singola cartella, introducendo lo scrolling delle pagine anche all’interno della cartella stessa. Ogni pagina della cartella mostra però un massimo di nove elementi, scelta coerente con la visualizzazione della miniatura ma che su iPad sembra sprecare troppo spazio rispetto a prima.
Infine, prima delle conclusioni, val la pena ricordare che Siri è uscito dalla fase di beta per diventare l’assistente ufficiale di iOS, ed è in grado di eseguire anche molti comandi che prima gli erano preclusi. Uno di questi è l’impostazione della modalità aereo, possibilità che ha creato qualche grattacapo in quando accessibile anche a schermo bloccato e quindi potenzialmente in grado di rendere inutile la funzione di “Trova il mio iPhone” in caso furto: se avete questo timore il consiglio è quello di disabilitare Siri, nonché la possibilità di accedere al Centro di controllo con lo schermo bloccato.
In conclusione, le domande che possiamo farci sono due: vale la pena aggiornare al nuovo sistema? iOS 7 rappresenta davvero qualcosa di rivoluzionario? La risposta alla prima domanda potrebbe essere molto soggettiva: personalmente ritengo che, a meno di ragioni specifiche, sia sempre meglio essere aggiornati alle ultime release supportate dai dispositivi in proprio possesso, e iOS 7 gira senza particolari problemi anche su iPhone 4 (non ho ancora avuto modo di avere un riscontro diretto su iPad 2); dopo qualche giorno passato a scoprire i dettagli delle novità principali, non trovo nessun motivo che mi faccia rimpiangere iOS 6.
La risposta alla seconda domanda è invece più articolata: iOS 7 rappresenta senza ombra di dubbio un punto di svolta, una rottura col passato e un primo passo in una nuova direzione. iOS 7 è un buon compromesso tra il rinnovamento e la tradizione: introduce molte novità funzionali ma lascia fondamentalmente inalterata la modalità di interazione dell’utente. Estetica a parte, e al di là degli inevitabili piccoli bug che possono accompagnare un rinnovamento di vasta portata, ci sono sicuramente ampi margini di miglioramento: manca un’opzione per svuotare in un colpo solo tutta la memoria chiudendo tutte le applicazioni, manca una vera e propria condivisione dei documenti tra le app, manca la possibilità di scambiare documenti in modo diretto con dispositivi che non siano Apple, manca la possibilità di intervenire direttamente sulle librerie musicali e fotografiche…
Per la filosofia che ha guidato finora lo sviluppo di iOS si tratterebbe di cambiamenti molto pesanti: potrebbero anche non arrivare mai, oppure potremmo ritrovarcele nelle prossime versioni di iOS. Come a voler ribadire che anche la nuova Apple è in grado di continuare a rinnovarsi, così come ha fatto con questo primo cambiamento strutturale del suo sistema mobile.
Domenico Galimberti
blog puce72
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