Roma – Sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale le specifiche dell’Autorità per l’informatica nella Pubblica Amministrazione sulle modalità di adozione del telelavoro nelle Pubbliche Amministrazioni italiane. Modalità che potrebbero presto interessare migliaia di dipendenti pubblici.
Uno degli elementi centrali attorno ai quali dovranno girare i progetti di telelavoro delle PA sarà la sicurezza, perché dovranno essere messi in luce i sistemi di autenticazione e identificazione degli operatori a distanza, vista la delicatezza che le loro comunicazioni potrebbero assumere. Inoltre dovranno essere inclusi tutti i dettagli sulle connessioni, la tipologia di contratto e la strumentazione utilizzata per il collegamento, il supporto tecnico ai telelavoratori nonché le tecnologie e gli strumenti a disposizione degli operatori.
Una certa attenzione viene data dall’AIPA alla “manutenzione” delle soluzioni adottate, in particolare con l’adozione di verifiche periodiche dei sistemi di security e l’integrazione nei processi di novità importanti, come la firma digitale e via dicendo. Naturalmente ogni progetto dovrà essere corredato da un’analisi dei costi e dei benefici che la PA interessa si attende.
Da segnalare che le strumentazioni e le connessioni di cui fruiranno i telelavoratori dovranno essere “monitorate”, per evitare che non vengano utilizzati in modo indiscriminato, per esempio per scaricare da internet materiali non attinenti al lavoro o addirittura illegali. Insieme ai documenti di lavoro, le attività svolte dovranno essere “tracciabili” e dovranno poter identificare l’utilizzo delle risorse online al di fuori degli orari di lavoro nonché individuare eventuali cambiamenti apportati dal telelavoratore alla propria postazione, come l’aggiornamento di porzioni software o hardware.
Una nota a parte l’AIPA l’ha dedicata all’accessibilità e usabilità di questi strumenti da parte di quei telelavoratori che presentassero disabilità e/o difficoltà motorie.