Arginare la deforestazione compiendo ricerche online: Forestle promette di salvare 100 metri quadri di foresta pluviale per ogni netizen che lo utilizzi con costanza per un anno, assicura di salvarne una porzione corrispondente all’area metropolitana di New York se gli utenti fossero 5 milioni.
Forestle non è che un’interfaccia, un metamotore che raggranella denaro attraverso link sponsorizzati e pubblicità contestuali che compaiono nelle pagine dei risultati. Appoggiandosi a Google per ricerche e advertising, Forestle collabora con The Nature Conservancy e adotta un acro di foresta pluviale ogni 200 dollari racimolati, 0,1 metri quadri di polmone verde ogni dieci ricerche effettuate dagli utenti. Forestle si configura come un’iniziativa non profit e promette di trattenere per sé il 5 per cento delle entrate, da destinare ai costi di gestione.
Se la trasparenza promessa riguardo al denaro raccolto e devoluto sarà un modo per conquistare la fiducia degli utenti, Forestle ha altresì previsto strategie e accorgimenti per fidelizzare i netizen con plugin per integrare le ricerche ecologiche nei browser.
I motori di ricerca verdi proliferano, ma la strada per salvare il Pianeta appare impervia. Ecocho , un metamotore lanciato nei mesi scorsi, si è visto rifiutare l’appoggio di Google perché, con messaggi ecologisti, avrebbe spinto gli utenti ad effettuare le ricerche e a cliccare sugli annunci pubblicitari. A parere di BigG, indipendentemente dalla buona causa, si sarebbe trattato di click fraud. Un’eventualità che Forestle ha scongiurato chiarendo per tempo la propria policy: “clicca sui link sponsorizzati solo se ti interessano davvero – ammoniscono dal metamotore – con i clic artificiali danneggi Forestle, Google e coloro che operano nella pubblicità”. ( G.B. )