Quando si ruba un Mac è meglio tenerlo lontano da una qualsiasi connessione di rete. Lo hanno scoperto Edmon Shahikian e Ian Frias, giovani newyorkesi protagonisti di un furto in appartamento di beni elettronici dal valore complessivo di 5.000 dollari. Non conoscevano i rischi derivanti dal collegare online il Mac sottratto alla legittima proprietaria . Lei, invece, li conosceva: collegandosi da remoto a sua volta al sistema rubato, non appena questo è giunto in rete ha beccato Shahikian seduto davanti al suo computer.
Kait Duplaga, impiegata presso un Apple Store, dopo aver subito il furto di computer, iPod, televisori flat, console e quant’altro, è stata avvertita dalla chiamata di un amico: qualcuno aveva eseguito il login con il suo account. Convinta del fatto che i ladri fossero connessi senza rendersene conto, Duplaga ha utilizzato le funzionalità del software di accesso remoto Back to My Mac per accedere al PC rubato e attivare la videocamera integrata .
All’inizio, ha testimoniato la protagonista, tutto quello che ha visto è stata una sedia vuota, ma presto ha potuto catturare alcune foto di uno dei due malviventi senza che questi ne fosse consapevole , permettendo così alla polizia di identificare e catturare i ladri, già arrestati lo scorso anno per possesso di 7.500 dollari di marijuana.
“La vittima ha fatto un lavoro fenomenale – ha dichiarato il tenente Eric Fischer – Conosceva il suo computer, e ci ha permesso di venire a conoscenza delle informazioni non appena le ha ottenute. Ci siamo subito mossi sulla loro base, e il risultato è stato l’arresto dei due sospetti topi di appartamento e il ritrovamento di gran parte della refurtiva”.
I dettagli tecnici della faccenda li riporta TidBITS , che sottolinea come Duplaga sia stata in realtà fortunata che i malviventi fossero collegati attraverso un router con i protocolli UPnP o NAT-PMP attivi, senza dei quali Back to My Mac “raramente funziona”.
Sul Mac-sito si prendono inoltre in considerazione i possibili rischi connessi a un impiego uguale e contrario del software per spiare un qualunque account.Mac, non più sotto il controllo del legittimo proprietario. “I presunti ladri avrebbero potuto facilmente monitorare Duplaga – si legge su TidBITS – qualora quest’ultima fosse stata loggata nell’account.Mac e avesse abilitato Back to My Mac, mentre lei monitorava loro”.
Alfonso Maruccia