Vent’anni o poco più, studente di informatica e dal 2003 operatore di un top site norvegese. “Non ci prenderanno mai”, sostiene . Le forze dell’ordine scandinave hanno recentemente sferrato un blitz contro numerosi top site finlandesi.
Questo il curioso intreccio che condisce una lunga interessante intervista tradotta da TorrentFreak . Il giovane operatore di uno dei top site della scena warez dispensa dettagli sulle motivazioni che animano i leggendari releaser e descrive gli umori che serpeggiano nella comunità che tira le fila dello scambio di contenuti in rete.
Bersaglio dell’invettiva dell’operatore del network finlandese non sono le major ma gli ordinari utenti del file sharing, coloro che non fanno parte della schiera degli eletti dei top site ma attingono alla rete per fruire di contenuti che circolano illegalmente. “Non sono un grande appassionato di The Pirate Bay – spiega il giovane – in quanto programmatore ripudio il file sharing, poiché sono le piccole software house a soffrirne”.
Le dinamiche che muovono il file sharing ordinario si differenziano radicalmente dalla filosofia dei top site della scena warez, sostiene il giovane operatore. Le reti di condivisione alle quali accedono gli utenti ordinari rappresentano, a suo parere, un’occasione di redistribuire in maniera illecita i contenuti frutto del duro lavoro dei releaser dei top site.
Per questo motivo gli utenti dei top site che esportano quei file sui tracker torrent sono bersaglio dei gestori come l’anonimo intervistato. “Questi lamer hanno accesso ai top site” – dice – e per scoraggiare queste “connessioni con i siti torrent” i loro nomi vengono esposti al pubblico ludibrio nella sezioni più in vista dei top site stessi. Sono considerati utenti di cui diffidare, utenti che non hanno compreso appieno la filosofia che anima i vertici della scena warez: vengono banditi senza possibilità di appello. Le comunità dei top site operano un ferreo controllo sociale, la fiducia alimenta le relazioni che si intessono in conversazioni IRC cifrate fra nickname, tutti collaboratori accuratamente selezionati.
L’intento degli appartenenti alla loggia dei top site non è dunque la diffusione globale di cultura e contenuti. Sono piuttosto “la possibilità di apprendere molto su come gestire i server, sulla programmazione” e l’aspetto ludico e competitivo a motivare gli attori della scena warez. Ogni nuovo contenuto rappresenta una sfida: si confrontano fra loro i releaser, si sfidano i cracker dei giochi, che lavorano per eliminare le protezioni che l’industria appone sui propri prodotti.
I lucchetti dell’industria del copyright? Le indagini delle forze dell’ordine? Tutte inutili: “L’unico effetto che sortiscono è complicare la vita ai downloader ordinari”. Nessuna nube adombra la scena warez. Ride, il giovane operatore: “non c’è praticamente nessuna probabilità di essere beccati in Norvegia”. La polizia – dice – non può utilizzare la strategia dei fake server né tentare di infiltrarsi fra gli eletti della casta warez: “non puoi abbattere i top site senza ricorrere all’illegalità, senza distribuire a tua volta materiale illegale”. Questo il presupposto che dovrebbe rendere intoccabili i top site, a parere dell’operatore. La rigida coscienza delle forze dell’ordine scandinave sembra però essere riuscita a districarsi di fronte a questa contraddizione apparentemente insolubile fra senso del dovere e la necessità di sconfinare nell’illegalità: nei giorni scorsi sono stati arrestati tre operatori di top site nella vicina Finlandia, dieci i terabyte di materiale sequestrato.
Gaia Bottà