Roma – Non è un illecito né un reato da punire con il carcere lo scommettere via internet attraverso bookmaker esteri. A deciderlo è stata la Corte di Giustizia europea che si è pronunciata su un caso sottopostole da un giudice italiano che voleva, prima di concludere il procedimento, capire se vi è incompatibilità tra le norme europee ed italiane.
Stando a quanto sottolineato dall’ Unione Nazionale Consumatori , che ha dato notizia dell’accaduto, la Corte ha quindi giudicato illegittimo l’articolo 4 della legge 401/1989, quello che prevede una sanzione amministrativa e fino a tre mesi di carcere per chi scommetta presso enti che non siano autorizzati dallo Stato.
I consumatori hanno spiegato che la norma, pensata per garantire l’esclusività ad enti come CONI e UNIRE, viene considerata una inammissibile restrizione del mercato, così come è inammissibile il divieto previsto dalla medesima normativa sulla raccolta di scommesse per conto di un bookmaker che si trova in un altro paese europeo e che paga le eventuali vincite.
La Corte ha anche dichiarato che “laddove le autorità di uno Stato membro inducano e incoraggino i consumatori a partecipare alle scommesse affinché l’erario ne benefici sul piano finanziario, non possono poi invocare l’ordine pubblico sociale con riguardo alla necessità di ridurre le occasioni di gioco per giustificare la norme emanate”.
Il caso era legato alla vicenda di Ascoli Piceno, dove è finito nei guai un intermediario che raccoglieva scommesse per conto di un bookmaker inglese trasmettendole poi a quest’ultimo via internet.