È davvero inevitabile che molti, soprattutto i giovani, violino le leggi per accedere alla conoscenza e alla cultura di cui sentono il bisogno? Quanto è diffusa la conoscenza del copyleft? Quanti conoscono l’approccio, il concetto, la filosofia dietro il software libero? È con queste domande, e con alcune risposte, che si muovono molti nomi dell’attivismo e associazionismo italiano, gruppi e organizzazioni che intendono provocare una svolta nel tessuto sociale giovanile, facendosi portavoce dell’ alternativa al copyright imperante e, allo stesso tempo, portatori di cultura della legalità. Nasce così il progetto Software libero per la Legalità che ha già guadagnato il patrocinio dell’associazione dei provider Assoprovider .
Ad avviare il progetto sono realtà come Hackaserta 81100 , CKBG , Hipatia , Mes, NetLeft , Hacklab Cosenza , OpenMind , Nalug e HopFrog . L’idea di fondo è promuovere software, musica e testi liberi nelle scuole e nelle altre istituzioni educative .
“I beni digitali – spiegano i promotori – rivestono un ruolo centrale in settori sempre crescenti dell’economia ma rischiano di diventare lo strumento per forme di costruzione della cultura dell’illegalità che passa attraverso la violazione del diritto d’autore. Per contrastare questa pericolosa tendenza il progetto Software Libero per la legalità patrocinato da Assoprovider mira a fornire ai giovani le informazioni su come soddisfare la propria sete di conoscenza senza infrangere il diritto d’autore”.
Da un lato, dunque, si vogliono raccontare le origini, i perché , del diritto d’autore, dall’altro si vogliono ampliare gli orizzonti, agevolare una visione più ampia, che si lasci il copyright alle spalle abbracciando invece il copyleft, che fa della legalità il suo nucleo, così come dell’apertura, della condivisione, della circolazione del sapere. Interagendo con questo progetto, le scuole per prime potranno dotarsi di materiali liberi . “Inoltre – continuano i promotori – l’uso di metodologie didattiche collaborative e mediate dalle nuove tecnologie di tipo Blended permetterà di potenziare gli effetti dell’intervento, non relegandoli solo alla promozione della legalità, ma migliorando lo spirito critico dei partecipanti”.
Da parte sua Assoprovider ha rivolto un invito a “tutti i sostenitori della cultura della legalità” affinché appoggino questa iniziativa e progetti analoghi. “È ormai evidente – sottolinea l’Associazione – che agitare lo spauracchio delle sanzioni legali per infondere nei giovani la paura di essere scoperti non si è rivelato un metodo vincente, soprattutto se per difendere un diritto si è arrivati ad ipotizzare violazioni di altre leggi a tutela dei cittadini”.
Il concetto di fondo, dunque, è alimentare il bisogno di cultura, è soddisfarlo al massimo grado , con una strategia, viene detto, “che miri a rendere consapevole il giovane dell’ingiustizia della violazione del diritto d’autore senza però ignorare il bisogno di cultura che questo comportamento rivela ma partendo da esso”.
Ed è significativo, in questo quadro, che al progetto abbiano anche aderito istituzioni locali di rilievo come la Provincia di
Napoli, alcuni dipartimenti universitari tra cui il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Salerno, il Dipartimento di Scienze dell’Università di Chieti-Pescara, e varie scuole tra cui l’ITIS “Galileo Galilei” di Salerno, l’IISS “Longo” di Monopoli, il Liceo Classico Linguistico “Laterza” di Putignano (BA) e il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Noci (BA).