Il piombo è un elemento tossico, e come prevede la direttiva dell’UE
Le origini del fenomeno sono ancora oscure, ma i filamenti di metallo lunghi fino a 10 millimetri che possono generarsi dalle saldature a stagno possono risultare fatali all’elettronica dei componenti, creando ponti conduttivi tra due aree che non dovrebbero venire a contatto e portando quindi a cortocircuiti, malfunzionamenti o nel peggiore dei casi alla distruzione vera e propria dell’oggetto.
Un fenomeno che non è limitato al solo stagno, e che ha già avuto modo di dimostrare tutte le possibili conseguenze come ricorda la lista di disastri celebri curata dalla NASA e riconducibile appunto ai suddetti baffi spontanei e incontrollabili. Ambienti militari, medici, aerospaziali o semplicemente domestici, niente è al sicuro dal potenziale pericolo , che secondo ars technica è un rischio pandemico concreto molto più di quanto lo sia stata la bufala del famigerato Baco del Millennio.
Il piombo fungeva da calmiere al fenomeno , visto che apparentemente una lega di stagno contenente il suddetto non genera baffi ad un livello apprezzabile o pericoloso, oltre ad avere un punto di fusione più basso che garantisce una maggiore stabilità di funzionamento per i dispositivi elettronici. Una serie di qualità che, tossicità a parte, da solo lo stagno non è in grado di offrire.
La frittata, ad ogni modo, è oramai fatta: la direttiva comunitaria impone già dall’estate del 2006 che non sia presente alcuna traccia di piombo negli apparati messi in commercio sul Vecchio Continente, e la cosa ha spinto i maggiori produttori ad abbracciare possibili alternative. L’ingegnerizzazione avanzata della circuiteria elettronica può aiutare a mitigare e tenere sotto controllo il fenomeno, suggerisce ars , ma il problema è reale e mette in mostra tutte le disastrose conseguenze dell’impiego storico di materiali tossici da parte dell’industria . Solo ora si è costretti a cercare delle alternative, e trovarne di valide potrebbe costare molto in termini di tempo e in termini economici.
Alfonso Maruccia