Il mercato dei PC è in crisi nera ma Lenovo se la sta cavando alla grande: il colosso cinese
ha comunicato i risultati finanziari di fine trimestre e fine anno fiscale 2012/2013, e il segno positivo accompagna praticamente tutte le voci aziendali. I profitti, in particolare, sono cresciuti con livelli mai visti.
I ricavi annuali complessivi della corporation asiatica si sono assestati sui 34 miliardi di dollari, con un salutare +15 per cento rispetto all’anno precedente e questo nonostante un “ambiente macro-economico difficile e la continua trasformazione dell’industria dei PC”.
Per il solo quarto trimestre chiusosi a marzo 2013, invece, i ricavi ammontano a 7,8 miliardi con una crescita del 4 per cento. Sempre riguardo ai risultati trimestrali, i profitti hanno raggiunto i 126,9 milioni di dollari contro i 66,8 milioni dell’anno precedente – un +90 per cento che ha stracciato le attese degli analisti e le più rosee aspettative.
Nell’anno fiscale Lenovo ha commercializzato un +10,2 per cento di PC nel mondo – contro un declino generale stimato dell’8,1 per cento – con il market share in mano alla corporation ammonterebbe ora al 15,5 per cento del totale. E la redditività del “core business” dei PC migliorerà mentre l’azienda continua a espandersi nei nuovi mercati “PC Plus” come smartphone e tablet, promette infine Lenovo.
Se Lenovo brinda e guadagna quote di mercato, il maggior produttore di PC al mondo continua a perdere quote di mercato e denaro: il rapporto per la fine del secondo trimestre di HP parla di 27,6 miliardi di ricavi complessivi e 1,1 miliardi di profitti, con tutte le divisioni aziendali in negativo eccetto un +12 per cento per il supporto tecnico.
Per Hewlett-Packard si tratta del settimo trimestrale negativo consecutivo ma il mercato fa festa lo stesso , mentre il CEO Meg Whitman continua a promettere un futuro positivo una volta che i tanti problemi della corporation verranno risolti. A cominciare dalla strategia “multi-OS” e l’adozione crescente di Android su cui l’AD ha avuto tanto da dire agli azionisti.
Alfonso Maruccia