Dopo i 3.200 dell’anno scorso, ora Lenovo conferma un altro giro di licenziamenti , che questa volta impatteranno principalmente Motorola . I numeri degli esuberi sono importanti: si tratta di più del 50 per cento della forza lavoro complessiva di Motorola Mobility Group (MBG), 700 dipendenti circa su 1.200 complessivi.
La mossa fa parte di quello che Lenovo chiama “snellimento del proprio portafoglio prodotti” e che prevede lo spostamento della ricerca e sviluppo di MBG all’interno della divisione smartphone del colosso cinese allo scopo di ridurre i costi . Per il momento però Lenovo rassicura che Motorola manterrà la base di Chicago anziché trasferirsi in North Carolina dove la componente americana del gruppo cinese ha sede.
Lenovo sta dunque cercando di consolidare il suo business e a farne le spese è il gruppo Motorola, in una
situazione finanziaria che nell’ultimo trimestre è stata complessivamente stazionaria per Lenovo, con una perdita operativa del 12 per cento .
Negli ultimi anni Motorola ha fatto sua una delle linee più popolari del mercato smartphone, la serie Moto G che ha fatto dell’ottimo rapporto qualità/prezzo il suo cavallo di battaglia. Un successo che non è stato replicato dal più recente Moto Z, che avrebbe garantito margini molto più alti e che ha invece deluso le attese.
Appena prima dell’acquisizione da parte di Google nel 2012, Motorola contava 20.000 dipendenti (che Mountain View tagliò quasi immediatamente di 4.000 unità). Lenovo ha preso in mano MBG con una forza lavoro che si era già ridotta a 3.500 unità . Ora siamo a 500, e questi ultimi esuberi sono già stati salutati da qualcuno come l’inizio della fine per lo storico brand della telefonia americana .
Stefano De Carlo