Il nome di Lenovo torna a circolare sulle labbra dei soliti ben informati sui fatti: il colosso cinese potrebbe essere interessato a rilevare BlackBerry, ora che l’azienda è pronta a vendersi sul mercato.
BlackBerry sta evidentemente soffrendo , Lenovo gode invece di ottima salute e potrebbe voler cavalcare la propulsione degli ultimi mesi per espandere il proprio business nel settore mobile: il Wall Street Journal riferisce che le due aziende avrebbero stretto un accordo che consente al colosso cinese di scartabellare fra i conti di BlackBerry per eventualmente formulare una proposta di accordo.
L’interesse di Lenovo era già emerso nelle indiscrezioni nei mesi scorsi: a gennaio si mormorava riguardo al potenziale impatto di un’acquisizione a favore della divisione mobile della cinese, ma le due aziende avevano messo a tacere i rumors , riemersi però solo qualche mese dopo. La posizione di BlackBerry sul mercato si è riconfigurata nel mese di agosto, con l’ammissione della necessità di esplorare alternative strategiche per gestire le proprie attività e con la danza delle trattative con numerosi attori del mercato, dalla finanziaria canadese Fairfax Financial Holdings Limited e la sua offerta da 4,7 miliardi di dollari, al fondo di investimenti Cerberus Capital Management, passando per Cisco, Intel, SAP, Google, Samsung e LG e la prospettiva dello smembramento, piuttosto che il ritorno alla proprietà dei fondatori.
Anche nel caso di Lenovo, gli osservatori si scatenano con le ipotesi sulle possibili conseguenze del potenziale accordo: non è dato sapere se l’azienda cinese punti con maggiore interesse agli asset software o hardware, piuttosto che alla fitta rete di relazioni commerciali con clienti e partner o al ventaglio di brevetti , indispensabile per non finire spalle al muro, schiacciati da rivendicazioni di altri attori del mercato.
Lenovo e BlackBerry hanno mantenuto il pieno riserbo sulla questione, negandosi alle richieste di dichiarazioni sollecitate dai media. Di certo, secondo gli osservatori, c’è solo l’occhio puntato dell’antitrust: nel caso di un accordo fra le due aziende, le autorità competenti di Canada e USA lo sottoporranno ad un severo scrutinio.
Gaia Bottà