Lenovo ha annunciato di aver sposato la soluzione dell’irlandese Kastus, startup che ha fatto delle proprie protezioni per touchscreen un prodotto fondamentale per quelli che sono i dispositivi touchscreen a disposizione del pubblico.
Il distanziamento sociale porta in molti casi a soluzioni digitali per separare allo sportello gli addetti dagli utenti in coda. Allo stesso modo la digitalizzazione ha ormai trasformato i touchscreen in strumenti sempre più diffusi per acquisti, informazioni e comunicazioni varie. In tempo di Covid, però, una superficie su cui mettono le mani più persone può diventare un veicolo estremamente pericoloso, qualcosa che deve necessariamente essere igienizzato continuamente per poter essere utilizzato.
Kastus: il display anti-coronavirus
La soluzione Kastus peraltro non si tira indietro in termini di certificazioni, esplicitando come la propria tecnologia sia chiaramente in grado di uccidere batteri e disattivare virus, ivi compreso il coronavirus umano. Una superficie anti-Covid, insomma, che Lenovo ha intenzione di portare sulla propria gamma prodotti per rendere i device sterili al cospetto della minaccia sanitaria in corso:
La tecnologia attivata dalla luce di Kastus non si esaurisce mai, è rispettosa dell’ambiente, ma distruttiva per batteri e virus. Tutelata da 44 brevetti internazionali, è l’unica soluzione immediata ed efficace che si può applicare facilmente a qualunque schermo esistente: dai laptop ai chioschi di ristoranti self-service ai dispositivi medici, garantendo la sicurezza dei consumatori e degli addetti.
Lenovo offrirà una gamma su misura di pellicole protettive antimicrobiche e antivirali adattabili a qualunque touch-screen fino a 31 pollici di diametro, oltre a una nuova linea di prodotti con la tecnologia brevettata da Kastus già integrato negli schermi. La protezione dei touchscreen soprattutto se di uso pubblico, come bancomat o bilance, è vitale per combattere la pandemia. Recenti studi condotti in Australia dalla National Science Agency CSIRO, infatti, hanno dimostrato che il Coronavirus può sopravvivere fino a 28 giorni su una superficie liscia come lo schermo dello smartphone o di un qualunque touchscreen.
Sembra chiaro come, una volta terminata la pandemia, il rispetto per l’igiene dei luoghi “comuni” (come può essere una superficie di pubblico contatto) non verrà più meno. Nella “nuova normalità” uno schermo in grado di disattivare i virus non potrà che essere considerato un plus, come già lo è un Gorilla Glass che ne rinforza la resistenza.
Come funziona?
La spiegazione è affidata alle parole di John Browne, CEO di Kastus:
Per capirne il meccanismo, bisogna immaginare un sottilissimo strato in cui la superficie è spumeggiante e quindi sempre dinamica e in movimento. Sul mercato ci sono prodotti che si definiscono anti-microbici, come robot con lampade UV, o spray a base di candeggina, ma la nostra soluzione è unica perché è permanente, scientificamente efficace, facile da applicare agli schermi esistenti e non si disperde nell’ambiente.
Un film protettivo con azione proattiva, insomma, attivato dalla luce ed in grado di disattivare i virus grazie alla tecnologia proprietaria posta in essere sopra (o all’interno) della superficie del display. La scelta di Lenovo non è dunque soltanto una scommessa di breve periodo, ma una vera e propria visione per il valore dei device in prospettiva: oltre le performance, oltre la resistenza e oltre la qualità visiva, l’igiene avrà un ruolo proprio e peculiare.