Duecento milioni di dollari di perdite a fronte di un giro d’affari di 15 miliardi possono sembrare poca cosa. Ma quello che Lenovo, quarto marchio nella classifica mondiale dei venditori di PC,
ha annunciato alla fine della scorsa settimana è un quadro che merita comunque una seconda occhiata: al suo interno sono raccolte in una volta sola tutte le tendenze attuali dell’economia mondiale , racchiuse nei risultati fin qui raggiunti e nelle aspettative annunciate dai vertici.
Prima di tutto, i numeri : il fatturato dei 12 mesi di Lenovo si è assestato sui 14,9 miliardi di dollari (10,6 miliardi di euro), vale a dire l’8,9 per cento in meno rispetto allo scorso anno. L’ultimo trimestre è stato il peggiore della sequenza, visto che le vendite sono calate del 25,8 per cento generando una perdita netta di 268 milioni di dollari (191 milioni di euro), in netto contrasto con un profitto di oltre 110 milioni fatto registrare nello stesso periodo del 2008.
A pesare sulle uscite i costi di una ristrutturazione che Lenovo, analogamente alla concorrenza, ha avviato per rimettere la propria organizzazione al passo coi tempi e con le mutate condizioni del mercato, nonché alcune spese una tantum (circa 70 milioni). Il comparto peggiore, in ogni caso, è stato quello relativo alla vendita dei PC: calato dell’8,2 per cento , sarà senz’altro al centro di tutte le attenzioni della dirigenza alla ricerca di nuovi capitoli di spesa da tagliare od ottimizzare. I notebook costituiscono il 60 per cento del totale delle unità vendute, il cui prezzo medio è purtroppo sceso rispetto a un anno fa.
Il risultato comunicato, in ogni caso, non ha soddisfatto completamente né gli analisti né il management: “I due trimestri appena trascorsi sono stati particolarmente impegnativi per tutta l’industria di questo settore – conferma il presidente Liu Chuanzhi – Abbiamo intrapreso dei passi significativi per riportare il nostro business sulla retta via: rimaniamo impegnati nella crescita della nostra profittabilità in tutto il mondo, e anche se i nostri risutati nel quarto trimestre fiscale non sono stati all’altezza delle nostre aspettative, siamo sicuri di avere tutti gli elementi giusti ai posti giusti per centrare i nostri obiettivi finanziari e per farci trovare pronti per la ripresa delle condizioni economiche globali”.
Il riferimento è alla ripresa dei consumi che comincia ad avvertirsi in Asia: la Cina, patria di Lenovo, ha non solo annunciato un programma di digitalizzazione delle regioni rurali che dovrebbe ovviamente portare una boccata d’aria fresca ai conti e ai risultati di vendita, ma ha anche ricominciato ad acquistare in modo massiccio ingenti quantità di petrolio sul mercato. La crisi, per quella che è ormai l’economia leader dell’est del mondo, sta finendo: la domanda interna costituirà il volano del rilancio , in netto contrasto con quanto ad esempio sta succedendp al Giappone che ancora dipende per una larga fetta del suo PIL dalle esportazioni.
All’orizzonte per Lenovo ci sarebbe una crescita nel settore della telefonia mobile, anche grazie alla diffusione della tecnologia di terza generazione avviata recentemente in Cina, e un risparmio di circa 300 milioni di dollari grazie ai licenziamenti degli scorsi mesi (non ne sono stati previsti altri) e alla ristrutturazione. Quello che l’azienda non dice è se nel prossimo trimestre i conti torneranno già in nero: in questo senso non ci sono previsioni, né su quando Lenovo ricomincerà a versare dividendi ai suoi azionisti.
Luca Annunziata