“Come membro fondatore di due delle tre organizzazioni menzionate dovrei essere orgoglioso del fatto che un’entità vecchia di 96 anni sia terrorizzata dal nostro lavoro”: sono parole di Lawrence Lessig, professore di legge alla Harvard Law School , che ha recentemente pubblicato un articolo in risposta alle rivendicazioni della collecting society statunitense ASCAP.
ASCAP aveva chiamato a raccolta i suoi iscritti per battersi contro le insidie tese dal copyleft, scherandosi contro organizzazioni del calibro di Creative Commons , Public Knowledge ed Electronic Frontier Foundation (EFF). Organizzazioni che a parer di ASCAP attenterebbero al sistema del diritto d’autore, ben camuffate, al riparo dietro le sbandierate intenzioni di tutelare i diritti di utenti e consumatori.
Lessig ha spiegato meglio ai vertici di ASCAP la vera natura delle attività di Creative Commons . “Le licenze sono ovviamente licenze legate al copyright. Dipendono da un’azienda e da un sistema affidabile di gestione dei diritti. Creative Commons non ha alcun interesse nel minacciare il meccanismo del diritto d’autore. Al contrario, mira a rafforzarlo, offrendo ai vari autori una maniera più semplice di gestire i propri diritti”.
L’accademico ha dunque ricordato come svariati musicisti – Radiohead e Nine Inch Nails tra gli altri – abbiano deciso di abbracciare convinti la causa del Some Rights Reserved . E infine ha lanciato a Paul Williams, presidente di ASCAP, un guanto di sfida: un pubblico confronto.
Mauro Vecchio