Lettonia, agguantato il Robin Hood 2.0

Lettonia, agguantato il Robin Hood 2.0

Ha ammesso le sue colpe, dopo essersi intrufolato in migliaia di database e aver divulgato al popolo le ingiustizie dei salari statali. E' un ricercatore, amatissimo dalla gente, che rischia ora 10 anni di carcere
Ha ammesso le sue colpe, dopo essersi intrufolato in migliaia di database e aver divulgato al popolo le ingiustizie dei salari statali. E' un ricercatore, amatissimo dalla gente, che rischia ora 10 anni di carcere

Aveva adottato il nome di Neo , prendendo probabilmente spunto da uno dei suoi film di fantascienza preferiti . Ma la stampa lettone e poi quella internazionale avevano subito preferito utilizzare quello di Robin Hood , a raffigurare l’immagine di un hacker che ruba dati ai ricchi (banche e aziende locali) per divulgarli ai poveri. Ovvero a tutti quei cittadini colpiti dai tagli imposti da una recessione difficile.

Dopo quasi tre mesi di ricerche, la polizia lettone ha alla fine messo le mani sul misterioso Neo/Robin Hood . Il suo vero nome è Ilmars Poikans, un ricercatore specializzato in intelligenza artificiale presso il dipartimento di scienze informatiche dell’Università della Lettonia. Poikans ha 31 anni ed è stato scarcerato appena un giorno dopo il suo arresto .

La polizia locale ha infatti stabilito di non tenere in carcere l’uomo nel periodo precedente al suo processo, dal momento che Poikans si è mostrato particolarmente tranquillo, dopo aver ammesso le sue colpe e offerto collaborazione agli stessi agenti. Tranquillità che potrebbe tuttavia svanire davanti ai potenziali 10 anni di carcere che il ricercatore rischia per aver frugato in migliaia di database.

Poikans era riuscito ad entrare in possesso di circa 7,5 milioni di documenti , tra cui quelli relativi ai salari di alcune personalità dell’amministrazione statale. Proprio quest’ultimi erano stati da lui diffusi online, mostrando ai cittadini lettoni come fossero gli unici ad essere colpiti dal periodo di recessione in atto.

E lo stesso popolo lettone che si era già schierato al fianco del Robin Hood in salsa cyber , ora è nuovamente in rivolta , contro le accuse che penzolando sulla testa di Poikans. Si è gridato allo scandalo, nel corso di un flash mob davanti alla sede del governo. La gente non vede l’uomo come un cracker, bensì come un portatore di verità e di trasparenza. Anche se a costo di commettere un reato e violare alcuni sistemi informatici.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
14 mag 2010
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