La luce che emettono rallenta la produzione di melatonina, alterando i ritmi circadiani che regolano il sonno: gli studi che negli anni hanno investito le tecnologie dedicate all’intrattenimento nell’avvicendarsi della loro evoluzione indagano ora tablet e e-reader, che accompagnano sempre più persone fra le braccia di Morfeo.
Lo studio appena pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science , per circoscrivere il campo rispetto alle abitudini di intrattenimento serali escludendo attività di comunicazione e propaggini lavorative che i device moderni incoraggiano, ha preso in esame l’abitudine alla lettura prima del sonno, mettendo a confronto il supporto cartaceo con i dispositivi elettronici . La ricerca, condotta su un piccolo campione e inevitabilmente più esplorativa che rappresentativa, ha sottoposto 12 soggetti ad un esperimento.
I volontari, tra il 2010 e il 2011, si sono prestati a due settimane di test che hanno previsto 4 ore di lettura e un coprifuoco fissato alle 22 per cinque giorni consecutivi: nel corso della prima settimana ad un gruppo è stato chiesto di leggere su un libro, mentre all’altro gruppo è stata prescritta la lettura su iPad; nella seconda settimana i ruoli si sono invertiti.
Pur considerando le forzature messe in campo dai ricercatori, quali la lunga durata della sessione di lettura, l’ambiente non familiare e l’orario imposto per il sonno, dallo studio è emersa una correlazione netta tra la lettura a schermo prima di coricarsi e i bassi livelli melatonina rilevati nel sangue, inferiori del 50 per cento rispetto a coloro che si sono intrattenuti con un libro cartaceo. La reazione fisiologica alla luce degli schermi altera i ritmi circadiani e si è concretizzata in un aumento dei tempi necessari a prendere sonno, 10 minuti in più per i lettori di tablet, in una diminuzione dei tempi della fase REM e in una sonnolenza mattutina più accentuata.
“La luce è il segnale ambientale che ha l’impatto più potente sui ritmi circadiani umani e può dunque giocare un ruolo nel cronicizzarsi dei disturbi del sonno”, spiegano i ricercatori. Ma non tutti i dispositivi emettono lo stesso tipo di luce capace di influenzare l’organismo: lo studio ha preso in considerazione gli effetti sui lettori dell’uso di iPad impostato con la massima luminosità. Risultati analoghi, spiegano gli studiosi, si sarebbero ottenuti con dispositivi simili, quali iPhone, laptop, Kindle Fire e e-reader come Nook **********colorrr che emettono radiazioni di lunghezze d’onda nell’intorno dei 450 nanometri, direttamente di fronte agli occhi del lettore. I libri cartacei, la cui pagine riflettono la luce ambientale invece che diffonderla, i dispositivi e-ink come il primo Kindle, citato dai ricercatori, o i tanti device che nel momento in cui è stato realizzato lo studio non erano ancora sul mercato non esercitano sul lettore alcun effetto che possa attentare alla qualità del riposo.
Gaia Bottà