Apple ha risposto alla Commissione Europea con una dichiarazione ufficiale rilasciata a The Verge. In questa dichiarazione il gruppo mantiene ferma la propria posizione, rivendicando il fatto che l’App Store rappresenti per i partner qualcosa di ben diverso da un rischio, vestendo più che altro il ruolo dell’opportunità.
Apple risponde alla Commissione e a Spotify
Queste le parole accreditate direttamente al gruppo pochi minuti dopo la comunicazione ufficiale con cui la Commissione ha anticipato le proprie conclusioni sull’affair Spotify:
Spotify è diventato il più ampio servizio musicale in abbonamento al mondo e siamo orgogliosi di aver avuto un ruolo in tutto ciò. Spotify non paga alcuna commissione ad Apple per oltre il 99% dei suoi utenti e paga solo il 15% di commissione sulla parte rimanente, che hanno acquisito tramite App Store. Al cuore di questa vicenda c’è la richiesta di Spotify di poter promuovere offerte alternative sulla loro app per iOS, pratica che nessuno store al mondo consente. Ancora una volta, vogliono dall’App Store tutti i benefit, ma non pensano di dover pagare qualcosa per questo.
Secondo Apple, insomma, le argomentazioni della Commissione vanno esattamente in senso opposto rispetto a quel che Cupertino intende per “concorrenza leale”. Argomentazioni, va detto, del tutto lecite. Tuttavia la sensazione è che non potranno fare particolare presa su una Commissione Europea che già a suo tempo incise pesantemente su Internet Explorer e su Windows (in casa Microsoft) e che ora sembra voler incidere nelle politiche con cui Apple gestisce il proprio marketplace.
Motivo del contendere è la gestione delle sottoscrizioni dei servizi elargiti tramite le app disponibili sullo store. Apple ha dettato le sue regole, ma Spotify ha contestato l’illecito corto circuito che viene a crearsi nella competizione con Apple Music. La Commissione ha preliminarmente dato ragione a Spotify, ma dalle parole provenienti da Cupertino appare chiaro il fatto che la vicenda avrà una lunga trafila legale di fronte.
In ballo del resto c’è molto di più di Spotify: in ballo c’è il futuro del modello di business dell’App Store.