L’Europa si è fatta “soffiare” la leadership nel campo delle comunicazioni 4G/LTE, ma per il prossimo passo dell’evoluzione tecnologica il Vecchio Continente dovrà ridiventare un protagonista assoluto. Ci sono già i soldi, annuncia il vicepresidente della Commissione Europea e responsabile dell’Agenda Digitale Neelie Kroes.
Intervenendo al Mobile World Congress di Barcelona, Kroes parla di 50 milioni di euro di fondi comunitari dedicati alla ricerca nel campo delle reti 5G: la tecnologia di connettività wireless “next-gen” dovrà essere pronta per il 2020, dice Kroes, e dovrà contribuire a creare posti di lavoro “europei” oltre che riportare in primo piano il lavoro di ricerca&sviluppo della UE.
Per il 5G le aziende private uniranno (stanno di fatto già unendo) le forze con l’accademia e gli istituti di ricerca nell’ambito di svariati progetti nell’ambito della connettività di prossima generazione. I protagonisti coinvolti comprendono i grandi operatori di rete (British Telecom, Deutsche Telekom, Telecom Italia e altri), i maggiori produttori di dispositivi di rete (Nokia, Siemens, Ericsson), SAP e BMW.
La disponibilità di una rete ultra-veloce, affidabile e ubiqua è indispensabile, ha sostenuto Kroes durante il suo intervento in quel di Barcelona, perché l’ultimo gingillo mobile alla moda è assolutamente inutile senza una infrastruttura in grado di sostenere l’esigenza di connettività pervasiva degli utenti.
Uno dei progetti finanziati con i fondi comunitari è METIS ( Mobile and wireless communications Enablers for Twenty-twenty Information Society ), iniziativa che tra i suoi obiettivi tecnologici comprende la definizione di un sistema in grado di gestire un volume di dati mobile 1.000 volte superiore a quello attuale, un numero di dispositivi connessi dalle 10 alle 100 volte superiore, una latenza 5 volte inferiore, una batteria con la durata 10 volte superiore nelle comunicazioni MtM ( machine-to-machine ).