L’aragosta (esatto!) sta per vivere un nuovo momento di fama. Nulla a che vedere con il pantagruelico approssimarsi delle festività: è piuttosto la struttura del suo occhio che ha ispirato la creazione del LEXID, un dispositivo che consentirà di vedere al di là di legno , cemento e acciaio .
A lavorarci sopra, anzi a finanziare il tutto è il Department for Homeland Security (DHS) statunitense, ben noto ai lettori di PI . LEXID è l’acronimo di Lobster Eye X-ray Imaging Device , apparato di visualizzazione a raggi X ad occhio d’aragosta.
Il crostaceo, dunque, è la fonte dell’idea, perché il suo occhio, a differenza di quello umano, nasce per funzionare nella profondità degli abissi marini, in condizioni luminose particolarmente avverse. È una sorta di antenna, fatta di minuscoli canali quadrati che consentono all’occhio di focalizzare un’immagine per riflessioni piuttosto che per rifrazioni.
Con l’emissione di una modesta dose di raggi X e con una speciale lente basata sullo stesso principio dell’occhio d’aragosta, è possibile raccogliere informazioni sufficienti a ricostruire un’immagine. “(La lente, ndR) è costruita esattamente come quella dell’occhio delle aragoste che vivono nelle acque più profonde”, dice Rick Shie, senior vice president di Physical Optics Corporation , l’azienda che sta sviluppando il LEXID. Lo sviluppo gode del supporto di 1 miliardo di dollari di finanziamento , erogati dal DHS nell’ambito della Small Business Innovation Research , un’iniziativa di incentivazione che il Dipartimento mette a disposizione delle aziende per aiutarle nello startup o nello sviluppo di nuovi business.
“Non si vede certo un’immagine TV ad alta risoluzione”, dice David Throckmorton, project manager della divisione Scienze e Tecnologie del Dipartimento. Ma è quanto basta a scoprire se dall’altra parte dell’ ostacolo visivo ci sono armi, parti di bombe o altri materiali nemici, oppure per sbirciare dentro un camion sospettato di esercitare contrabbando. Solo la fantasia pone limiti alle applicazioni.
“Il LEXID portatile consente l’acquisizione di fotoni di ritorno da un oggetto posizionato al di là di un muro, irradiato da un raggio conico emesso da un generatore di raggi X a bassa potenza”, si legge sul sito dell’azienda che lo sta sviluppando. Si tratta, come è possibile osservare dalla figura sulla sinistra, di un apparato di modesto ingombro e impugnabile con una sola mano. Il display è incernierato in modo molto simile a quello delle normali videocamere amatoriali (figura sulla destra).
“Il LEXID è ancora una tecnologia in embrionale fase di sviluppo, ma ha un potenziale enorme”, dice Jim Apple di Physical Optics Corporation su questo documento esplicativo (formato Word). Tecnologia su cui l’azienda sta focalizzando i propri sforzi per ottenere, oltre alla portabilità, la più alta risoluzione possibile.
Physical Optics Corporation, precisa The Register , pensa di installare questa tecnologia anche sui robot: lo scopo è di rivelare la presenza di ordigni nascosti all’esterno, in eventuale abbinamento alle altre tecnologie che sta sviluppando. Tra queste la WEARNET, una speciale concezione di Personal Area Network studiata e concepita appositamente per operare in ambito militare, negli indumenti protettivi.
Nulla trapela sui costi, anche se Rick Shie ritiene che il nuovo apparecchio possa essere di interesse in molti altri campi, come ad esempio quello dell’ispezione delle fognature per rilevare la presenza di ratti. La maggior diffusione consentirebbe così una produzione su larga scala e un conseguente abbattimento dei prezzi.
L’apparato dovrebbe essere pronto per il field test entro un anno e consegnato per le prove al Dipartimento, spiega Rick Shie al quotidiano USA Today . Restano aperti due inquietanti interrogativi: quali siano gli effetti che un simile apparecchio, in mani sbagliate, potrebbe avere sulla privacy e quanto sia “moderata” la quantità di raggi X che emette.
Marco Valerio Principato