L'hacker del DeCSS si professa innocente

L'hacker del DeCSS si professa innocente

Inizia lo scandaloso processo contro il giovane norvegese che a 15 anni osò giocare con il software di sicurezza dei DVD voluto dalle majors di Hollywood
Inizia lo scandaloso processo contro il giovane norvegese che a 15 anni osò giocare con il software di sicurezza dei DVD voluto dalle majors di Hollywood


Roma – Arriva dalla gelida Oslo la conferma dell’apertura del procedimento giudiziario che vede alla sbarra il giovane Jon Lech Johansen che tre anni fa, all’età di 15 anni, creò il DeCSS. Si tratta di un software capace, tra l’altro, di superare le protezioni anti-pirateria poste dalle majors di Hollywood sui DVD e che per questo ha conosciuto da subito enorme diffusione in rete. Le operazioni di polizia contro Johansen e suo padre hanno suscitato da tre anni a questa parte enorme indignazione nella comunità hacker internazionale.

In occasione della sua prima comparsa dinanzi al giudice il ragazzo si è professato innocente dall’accusa di aver violato le leggi sul crimine informatico. L’oggi 19enne Johansen si è detto fiducioso dell’esito del processo, sostenendo di essere nella ragione come crede la maggioranza delle persone ad eccezione “della polizia criminale e dell’industria cinematografica”.

Il procedimento ad Oslo dovrebbe essere rapido e concludersi nella prossima settimana. La sentenza è attesa entro uno o due mesi, e potrebbe comminare fino a due anni di reclusione con annesse multe e sanzioni.

I motivi per cui il processo assomiglia ad una farsa e ha il sapore di un boomerang per le relazioni pubbliche delle major cinematografiche sono molti.

Il primo è relativo al fatto che l’accusato aveva solo 15 anni quando ha giocato con quel software prima di subire nella propria casa il blitz della polizia e il sequestro di computer, CD e dischetti.

Il secondo è nel fatto che, come ha ammesso lo stesso Johansen, il giovane ha soltanto messo insieme porzioni di codice trovati altrove e inviategli da altri via internet. E davvero non regge la definizione dell’accusa secondo cui questi “altri” formavano con Johansen “una rete criminale internazionale”.

Il terzo è relativo all’enorme diffusione del DeCSS, un software su cui erano già al lavoro in tanti e che dopo la vicenda Johansen si è diffuso ancora di più. Oggi esiste in molte diverse versioni ed è stato persino al centro di scommesse tra programmatori, per vedere chi riusciva a realizzare il DeCSS nel minor numero possibile di righe di codice.

Quarto punto: in pochi ritengono che si stia processando Johansen. La sensazione diffusa è che dopo le pressioni della Casa Bianca e le incredibili vittorie legali delle majors sotto processo sia finita la libertà di programmare e la libertà di sviluppo.

La linea della difesa è cristallina e in molti sperano che porti i risultati dovuti. Johansen – ha ben spiegato il suo legale – non può essere posto sotto processo per essere entrato nel codice di un DVD che ha legalmente acquistato e di cui era legalmente proprietario.

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Pubblicato il
10 dic 2002
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