Los Angeles (USA) – La legge di Moore non è soltanto un metro di misura per l’industria dei microprocessori: secondo Bruce Schneier , guru informatico ed esperto di sicurezza, l’aumento progressivo della potenza di calcolo dei computer è la causa indiretta dei nuovi rischi che attanagliano la privacy dei cittadini nell’era di Internet.
Schneier, intervenuto durante un convegno alla University of Southern California , sostiene infatti che la pervasività dei sistemi di sorveglianza è resa possibile dall’abbassamento del prezzo di mercato dell’hardware, unito all’incremento lineare delle prestazioni e della potenza di calcolo. Grazie a grandi quantità di strumenti informatici, governi e privati hanno possibilità di realizzare sistemi di intercettazione e controllo delle popolazioni, come telecamere sempre più sofisticate ed apparati per l’ intercettazione di massa .
“La legge di Moore va a braccetto con gli strumenti intrusivi che possono ledere la privacy degli individui”, ha detto Schneier. In aggiunta all’incremento della potenza di calcolo diffusa, il guru ha sottolineato l’importanza del processo di miniaturizzazione degli apparecchi digitali. “Le telecamere di controllo sono già ovunque ed ancora riusciamo a vederle”, ha detto, “entro 10 anni non le vedremo più”.
L’ intero discorso di Schneier è disponibile dal sito del Dipartimento di Diplomazia Pubblica della University of Southern California. L’esperto ha insistito sulla necessità di fare informazione pubblica sull’impatto che le tecnologie di controllo possono avere sul futuro della società. “Un tempo la sorveglianza di massa era impensabile”, ha specificato, “mentre adesso ci sono database del DNA per rintracciare chiunque”.
Tommaso Lombardi