Rinviata ad ottobre la nuova prova di avvio del Large Hadron Collider , il più grande acceleratore di particelle del mondo che, secondo le intenzioni degli scienziati del CERN, cercherà di ricreare le condizioni del Big Bang .
Dopo il fallimento del first beam nel settembre 2008, bloccato da un guasto ad un trasformatore dopo nove giorni e una sostanziale perdita di elio a causa di una connessione elettronica difettosa, la nuova accensione era stata inizialmente programmata per la fine di settembre. James Gillies, portavoce del CERN, ha dichiarato che probabilmente slitterà di tre settimane, rassicurando sul fatto che gli scienziati sono convinti di aver capito cos’ha compromesso il precedente esperimento e come porvi rimedio.
L’imponente LHC tenterà, dunque, nuovamente di far scontrare i protoni dell’atomo dell’idrogeno nel tunnel circolare di 27 chilometri sotto il confine franco-svizzero vicino a Ginevra. Ogni secondo provocherà 600 milioni di collisioni e ciascuna di queste produrrà un calore stimato in 100mila volte quello del cuore del Sole . Ed una enorme quantità di conoscenza, veicolata attraverso l’ LHC Computing Grid , la nuova rete in grado di far correre tra i ricercatori coinvolti i 15 petabyte di dati che verranno generati ogni anno dagli esperimenti, per i 15 anni di durata previsti.
L’LHC è costato quasi dieci miliardi di dollari. Le ulteriori misure di sicurezza ed i nuovi test, dovuti dopo il primo fallimento, hanno avuto un costo di trentasette milioni di dollari. Sfiorare il Big Bang per scoprire cos’è successo pochi milionesimi di secondo dopo e districare un po’ il mistero della nostra origine, non ha prezzo. ( C.T. )