Roma – Arriva da Tegucicalpa la notizia che dal prossimo giugno gli operatori del settore videoludico in Honduras non potranno più importare e rivendere titoli che contengano forme di violenza né “giocattoli violenti”.
Secondo quanto riportato da GamesIndustry.biz il divieto è contenuto in una mozione decisa all’unanimità dal Parlamento del paese ed entro breve ci si attende che divenga legge senza incontrare opposizione.
Il dibattito che si è svolto attorno al divieto ha legato direttamente la violenza nelle strade, che coinvolge numerose e violente gang giovanili note come “maras”, alla diffusione di una “cultura della violenza” che secondo i parlamentari comprende anche i videogiochi.
Da qui al prossimo giugno i rivenditori dovranno riuscire a liberarsi della merce di magazzino destinata a diventare illegale. E in questa sono inclusi titoli di grande fama, come Turok, Residend Evil, Quake, Street Fighter e persino il “buon vecchio” Doom.
Val la pena segnalare che tutto questo accade in un paese devastato dalla povertà, che riguarda la maggioranza della popolazione, dall’AIDS e da un alta percentuale di decessi nella prima infanzia. Un paese nel quale i diritti civili sono spesso e volentieri dimenticati, come testimoniano i rapporti di Amnesty International .