L’esercito impegnato nella difesa dell’Ucraina ha ora dalla sua la tecnologia di riconoscimento facciale messa a punto da Clearview. Lo ha confermato il CEO della società statunitense, affermando di aver messo il sistema a disposizione del Ministero della Difesa di Kiev in modo del tutto gratuito. A riportarlo è stata la redazione di Reuters.
Guerra e riconoscimento facciale: Clearview per l’Ucraina
In che modo l’intelligenza artificiale può tornare utile nel contesto bellico? Ad esempio, identificando eventuali infiltrati russi ai posti di blocco oppure le vittime che non hanno con loro i documenti, ma anche aiutando a riunire le famiglie divise durante la fuga dalle città bombardate.
I suoi algoritmi sono in grado di completare con successo l’analisi del volto anche se una parte è danneggiata. Il sistema poggia su un database composto da oltre due miliardi di immagini raccolte dal social network VKontakte, il più frequentato del paese e in quelli confinanti.
A proporre il proprio aiuto al Ministero della Difesa ucraino è stato il numero uno di Clearview, Hoan Ton-That, con una lettera inviata poco dopo l’inizio dell’invasione.
La tecnologia di Clearview, svelata a inizio 2020, è finita in più occasioni al centro di critiche e polemiche sia per le sue finalità d’impiego sia per le modalità di raccolta delle immagini utilizzate per istruire gli algoritmi al riconoscimento facciale: il cosiddetto scraping. Anche il Garante Privacy italiano ha multato la società.
Come abbiamo avuto modo di sottolineare più volte nelle settimane trascorse dall’inizio della guerra, la tecnologia e le infrastrutture online svolgono un ruolo fondamentale in quella che può essere etichettata come la prima grande cyberwar della storia. Dopotutto, ad anticipare il lancio del primo missile da parte del Cremlino, è stata una serie di attacchi informatici rivolti alle autorità ucraine. Kiev ha fin da subito replicato chiamando al suo fianco la comunità di hacker, attraverso un appello che non è rimasto inascoltato.