Qualcosa si muove. L’avvocato Romano (Lello) Ciccone, capogruppo della Margherita al Comune di Salerno e già autore di una importante interrogazione , ha fatto pervenire a Punto Informatico la risposta dell’amministrazione comunale attorno alla delicatissima questione della cosiddetta libertà di panorama . Una vicenda esplosa in Italia dopo una ormai celeberrima inchiesta di Punto Informatico , a firma di Luca Spinelli, legata alle difficoltà di Wikipedia, così come di qualunque altro soggetto, nel pubblicare online riproduzioni di monumenti e installazioni protette da diritto d’autore .
Il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca spiega, nella sua risposta a Ciccone, come il primo passo per rispondere alle limitazioni imposte dalle attuali farraginose normative sia quello di inserire nel Disciplinare dei concorsi di idee , una clausola in cui il Comune si riserverà di pubblicare le immagini delle opere e di esporle nei modi che intenderà scegliere “senza nulla dovere ai concorrenti”, ossia agli artisti e architetti che parteciperanno ai bandi di gara per commesse urbanistiche.
Non si tratta, evidentemente, di una soluzione a tutto tondo. Certo è che per la prima volta un comune italiano prende atto del problema, una questione gravissima che dovrebbe imporre una revisione delle attuali normative, come richiesto da più parti anche tramite petizioni .
È ben consapevole dei meriti e dei limiti della posizione di Salerno lo stesso avvocato Ciccone che spiega come “dal testo della risposta sembrerebbe che non sia stato ben compreso il nocciolo del problema”. Ma “mi riservo per questo motivo – spiega a Punto Informatico – di monitorare il lavoro degli uffici per verificare se si è fatto o meno tesoro del nostro allarme”.
È auspicabile che l’esempio di Salerno, quello di “porsi il problema”, venga seguito anche dagli altri comuni italiani, e ancor di più da quelli in cui importante è l’ afflusso turistico , città sulle quali le conseguenze dell’implementazione della normativa attuale rischiano di pesare oggi e ancor di più domani. Una “mobilitazione” dei comuni potrebbe contribuire alla trasformazione della normativa attuale, che ancora una volta si rivela inadatta e persino di ostacolo nell’era digitale.