Il progetto Libra è stato per il momento solo annunciato e il suo debutto ufficiale non avverrà prima del 2020, ma la criptovaluta di Facebook e soci ha già sollevato più di qualche perplessità. E considerando il coinvolgimento del social network in blu, capace di riunire oltre due miliardi e mezzo di persone in tutto il mondo, non potrebbe essere altrimenti. Torniamo oggi a scriverne per via di un’attività di indagine che sarebbe stata avviata dalla Commissione Europea: l’obiettivo è chiarire se l’iniziativa costituisca o meno una minaccia per il mercato.
L’occhio dell’Europa su Libra
Utilizzare il condizionale al momento è d’obbligo. I documenti relativi al caso sono stati consultati dalla redazione di Bloomberg, ma non sono giunte conferme. Si fa riferimento a possibili comportamenti anticoncorrenziali che finirebbero con l’avvantaggiare i partner della Libra Association. Al fine di fare chiarezza, Bruxelles avrebbe già sottoposto un questionario ai diretti interessati, con domande relative alle modalità di utilizzo dei dati forniti dagli utenti, toccando dunque anche il territorio della privacy. Dal canto suo, annunciando il progetto Libra nei mesi scorsi, Facebook ha confermato la volontà di sfruttare il tempo a disposizione prima dell’esordio per sciogliere qualsiasi dubbio sollevato dalle autorità a livello globale.
Stando a quanto trapelato, l’indagine focalizzerebbe la propria attenzione in particolare sulla struttura organizzativa dell’associazione. Tra i 28 membri figurano nomi del calibro di Visa, MasterCard, PayPal, eBay, Spotify, Booking Holdings, Uber, Lyft, Iliad, Vodafone, Coinbase e Calibra, la sussidiaria appositamente creata da Facebook.
Senza entrare nel merito del caso specifico, un portavoce del dipartimento della Commissione Europea attivo sul fronte dei servizi finanziari, si è limitato ad affermare che lo sviluppo dei mercati relativi a criptovalute e metodi di pagamento rappresenta un fenomeno analizzato di continuo dalle autorità continentali.
Sulla questione è intervenuta di recente in Italia anche AGCOM, chiedendo l’introduzione di nuove regole in modo da non farsi trovare impreparati nel giorno in cui le grandi piattaforme del mondo online inizieranno a operare anche in veste di entità del mondo finanziario, spostando enormi capitali e gestendo una quantità colossale di informazioni.