Le criptovalute non sono certo cosa nuova. Dall’esordio di Bitcoin è trascorso ormai oltre un decennio. Fino ad oggi però i termini crypto e blockchain sono rimasti confinati nel lessico degli addetti ai lavori, tutt’al più capaci di farsi largo tra una cerchia di appassionati del mondo hi-tech o di chi, talvolta per ragioni legate a prospettive di pura speculazione, ha guardato alle monete virtuali come a una possibile fonte di investimento e guadagno.
Le cose stanno per cambiare con l’ingresso in campo di Facebook e altrimenti non potrebbe essere: il progetto Libra svelato nei giorni scorsi dal social network in blu e dai suoi partner mira a democratizzare l’impiego delle criptovalute, iniziando da una profonda integrazione con applicazioni mobile alle quali bene o male tutti noi ci affidiamo quotidianamente: Messenger e WhatsApp.
Il terremoto Libra, negli USA…
L’annuncio non poteva che essere seguito dalle reazioni più differenti. Forse, anche per questo, si è scelto di non presentare l’iniziativa a ridosso del lancio, ma con parecchi mesi di anticipo (l’esordio avverrà solo nel 2020). C’è chi sta a guardare con interesse, intravedendone potenzialità, chi trema al pensiero di vedere una nuova economia posta nelle mani di Mark Zuckerberg e di poche decine di altri grandi gruppi. Si sono fatte sentire anche le voci della politica.
Oltreoceano Maxine Waters, membro della Camera dei Rappresentanti e presidentessa dello United States House Committee on Financial Services, ha fatto appello alle istituzioni USA perché il progetto venga messo in standby in attesa di una revisione da parte del Congresso e degli organi deputati. È stato inoltre chiesto un ennesimo incontro al Campidoglio con i vertici della società di Menlo Park, al fine di fare chiarezza sulle prospettive.
Considerando il passato turbolento della società, chiedo a Facebook di concordare con una moratoria su qualsiasi ulteriore passo nello sviluppo della criptovaluta, finché il Congresso e i regolatori non avranno avuto l’opportunità di esaminare la questione e agire di conseguenza.
… e in Italia
In Italia si registra invece (fra i tanti) l’intervento sul tema di Francesco Boccia, deputato del Partito Democratico. Condiviso sul suo blog dell’HuffPost, lo abbiamo ricevuto in redazione sotto forma di comunicato e lo riportiamo in forma integrale di seguito.
Sulle criptovalute chiediamo formalmente al Governo italiano e ai governi europei di prendere una posizione. Il Governo Conte non ha mai assunto una posizione. Serve trasparenza e regole chiare sul loro utilizzo. Ciascuno dei fondatori della Libra Association oggi ha versato una quota pari a 10 milioni di dollari, che tradotto vuol dire che oggi Facebook ha in cassa già 280 milioni di dollari in più. Cosa hanno avuto in cambio? La possibilità di essere dei nodi validanti della blockchain; questi nodi validano la correttezza e l’integrità delle transazioni. Il governo Conte che fa?
Quest’ultima frase, rivolta all’attuale premier, non può che richiamare alla mente un meme che per lungo tempo ha accompagnato un suo illustro predecessore. La richiesta rivolta al governo, non solo a quello nostrano, prosegue focalizzando l’attenzione sulla proposta di istituire una commissione di vigilanza delegata a monitorare la circolazione delle criptovalute impiegate per l’acquisto di beni e servizi nel paese.
Al momento non proferisce parola, se per connivenza o per inadeguatezza lo scopriremo presto. Tempestiva e opportuna in questo senso la richiesta del segretario PD, Nicola Zingaretti, dell’istituzione di una commissione di vigilanza sull’utilizzo di criptovalute utilizzate per l’acquisto di beni e servizi sul territorio italiano. È impensabile che le Over the Top adesso si mettano d’accordo per mettere su un sistema di pagamenti autonomo.
Focus anche sui (legittimi) timori legati a privacy e modalità di trattamento dei dati. Facebook e i suoi partner dovranno lavorare anzitutto su questo fronte, andando a ricucire e ricostruire quel rapporto di fiducia di recente compromesso dai tanti problemi che hanno visto la piattaforma al centro di violazioni, leak e pratiche non sempre esenti da critiche.
Chi li dovrebbe controllare? Il legislatore deve evitare che il mondo dei pagamenti online venga monopolizzato da aziende che inseguono esclusivamente il proprio business e finora si sono contraddistinte soltanto per il mancato rispetto di privacy e trasparenza. Dopo il pastrocchio di Cambridge Analytica adesso facciamo fare a Facebook anche la banca del globo? Mi sembra troppo. Lo Stato e le istituzioni battano un colpo, prima che sia troppo tardi.
Inizia l’era delle criptovalute per tutti?
Le reazioni a caldo della politica, quella d’oltreoceano e quella nostrana, possono essere interpretate come il segnale di quanto l’ingresso nel mondo delle monete virtuali da parte di un colosso come Facebook abbia il potere di scombinare le carte in tavola. Dopotutto i membri della Libra Association non nascondono le loro ambizioni.
Reinventare la moneta. Trasformare l’economia globale. Così le persone, ovunque, potranno vivere vite migliori.
Rendere questi nuovi strumenti potenzialmente e facilmente accessibili a una community composta da oltre 2,5 miliardi di persone e distribuita in modo capillare su tutto il pianeta non può che avere un impatto enorme sull’economia, a livello globale. Rimane da capire se sarà un impatto di tipo positivo o meno.