Anche Libra sarà una moneta virtuale, ma a differenza di Bitcoin o Ethereum il suo valore rimarrà ancorato a quello di asset reali come valute ufficiali, oro oppure titoli di stato. Una stablecoin, dunque, meno soggetta a volatilità e dunque più adatta a un utilizzo su larga scala, anche da parte di chi non ha intenzione di vedere i propri risparmi andare in fumo da un momento all’altro in conseguenza a manovre speculative altrui.
Libra: euro e dollaro per la stablecoin
Nel fine settimana sono emerse indiscrezioni a proposito dei beni che andranno a comporre la cosiddetta Libra Reserve. A riportarle la testata Der Spiegel: 50% dollaro statunitense, 18% euro, 14% yen, 11% sterlina e 7% dollaro di Singapore. L’informazione sarebbe stata trasmessa da Facebook al politico tedesco Fabio De Masi. Utilizzare il condizionale è d’obbligo poiché non sono giunte conferme ufficiali.
La Germania è tra quei paesi che hanno manifestato l’intenzione di vederci chiaro a proposito dei programmi messi in campo dal social network in blu e dagli altri membri della Libra Association. L’iniziativa è finita fin dai giorni dell’annuncio nell’occhio delle autorità di tutto il mondo con dubbi e perplessità sollevati anche dalle banche centrali.
L’esordio di Libra è previsto entro il prossimo anno con un’integrazione nei servizi di Facebook e più in generale sotto forma di criptovaluta da scambiare in tutto il mondo per la compravendita di beni e il trasferimento di denaro. La scelta di finanziarne il valore per il 50% con il dollaro statunitense potrebbe avere come obiettivo quello di tranquillizzare le autorità d’oltreoceano. Stesso discorso per l’esclusione dello yuan cinese, considerando le crescenti tensioni tra Washington e Pechino per quanto concerne i rapporti diplomatici e sul fronte economico-commerciale.