Dopo aver portato scompiglio nel mondo delle suite di produttività open con il fork del codice originale del progetto OpenOffice.org, LibreOffice continua a far discutere i protagonisti della community sulla opportunità o meno di lasciare “spazio” anche a un impiego lontano dagli stringenti parametri distributivi della licenza GNU-GPL.
Ad alimentare la discussione è ancora una volta Free Software Foundation, l’organizzazione che più di tutte ha a cuore il copyleft e che coerentemente con i suoi principi ispiratori ha deciso di appoggiare apertamente LibreOffice contro la possibile adozione di OOo nel programma di “incubazione” del codice di Apache.
Anche se la licenza Apache è consigliabile per certe specifiche applicazioni in funzione difensiva contro i troll del copyright, suggerisce FSF, nel caso di OOo sarebbe più opportuno il copyleft “puro” della GNU-GPL perché “il guadagno che il software gratuito può ottenere da una licenza non-copyleft non giustifica una donazione agli sviluppatori di software proprietario”.
FSF consiglia la GPL per OOo ma intanto Apache vota a favore dell’incubazione del progetto donato da Oracle alla community .
Ci sono infine novità anche sul fronte LibreOffice e The Document Foundation : l’organizzazione che gestisce la nuova suite di produttività FOSS ha ora una “Advisory Board” di tutto rispetto (Google, SUSE, Red Hat, la stessa FSF e altri), e presto LibreOffice sarà sufficientemente matura anche per il mercato commerciale.
Alfonso Maruccia