L’app IO sta per metabolizzare una nuova importante funzione per lo svecchiamento della pubblica amministrazione, in modo particolare in questo caso nel mondo dell’Università. Il caro vecchio libretto universitario, infatti, sta per diventare digitale proprio grazie all’app IO attraverso un progetto pilota avviato dall’Università di Pisa. Si tratta di una prima assoluta, ma la fase sperimentale è destinata ad aprire un grande passo avanti per gli atenei di tutta Italia: finalmente sarà possibile digitalizzare il libretto e, attorno ad esso, tutta una serie di strumenti che consentiranno di rendere più facile, efficiente e veloce la burocrazia che ruota attorno al percorso universitario dei ragazzi.
“L’Università di Pisa“, spiega il team dell’app IO su Medium, “è partita dall’idea di eliminare completamente il libretto universitario cartaceo, spostando la verbalizzazione degli esami dei propri studenti in un’area riservata del proprio sito, utile anche per prenotare le sessioni d’esame”. I servizi del proprio ateneo sono tra quelli che è possibile attivare sul proprio account, portando dunque gli stessi al fianco di quelli di altri riferimenti della PA.
Il libretto universitario sbarca su app IO
Un esempio concreto di come l’app potrà funzionare nel momento in cui si sostiene un esame:
- uno studente scarica l’app IO e sceglie come gestire i servizi disponibili, tra cui quello della propria Università;
- dopo l’esame sostenuto, il professore verbalizza l’esito nell’area riservata del portale dell’Università, generando in automatico una notifica che raggiunge lo smartphone dello studente;
- lo studente può accedere alla propria area riservata, ma già la notifica sull’app gli dà conferma dell’avvenuta verbalizzazione.
Il post elenca anche altri tentativi di digitalizzazione portati avanti nelle Università italiane e per tutti questi laboratori sperimentali il merito è quello di creare modelli applicabili che possono estendersi a tutti gli studenti, a tutti gli atenei ed a tutti i vari aspetti che coinvolgono la formazione di alto livello. L’app IO, come da prospettiva originaria, diventa il centro gravitazionale di tutte queste iniziative trasformandosi in punto di riferimento standard per il dialogo con il cittadino.
Verrà dunque un giorno in cui, una volta iscritti all’Università, la prima cosa da fare sarà cercare il proprio ateneo sull’app IO. Per il semplice tramite del codice fiscale, l’Università sarà in grado di riconoscere lo studente veicolando sull’app i pagamenti annuali, i voti, lo storico degli esami e molto altro ancora. Nessuna corsa allo sportello, nessun libretto cartaceo da portarsi appresso: un piccolo grande passo avanti, doveroso soprattutto nei confronti di una generazione per cui l’app IO (la stessa che in queste ore sta già ospitando oltre 1 milione di iscrizioni alla Carta Giovani Nazionale) sarà un canale standard sempre più denso di strumenti da sfruttare.