Che gli strumenti propri del mondo hi-tech e dell’universo online stiano assumendo una valenza sempre maggiore anche all’interno del contesto educativo è risaputo, ma la ricerca pubblicata oggi da Pearson porta alla luce un fenomeno che costituisce un interessante spunto di riflessione: i più giovani preferiscono YouTube ai libri di testo come supporto all’apprendimento, almeno negli Stati Uniti.
La generazione Z a scuola
Lo studio, dal titolo Beyond Millennials: The Next Generation of Learners, è stato condotto dal team newyorkese The Harris Poll su un campione composto da un totale pari a 2.587 persone di età compresa tra i 14 e i 40 anni. Questo il dato più significativo tra quelli che ne emergono: il 59% dei chiamati in causa appartenente alla cosiddetta Generazione Z (chi è nato dalla seconda metà degli anni ’90 al 2010) afferma di preferire la piattaforma di video sharing per imparare una lezione o acquisire un concetto, mentre tra i Millennial (nati tra i primi anni ’80 e il 2000) la quota si ferma al 55%.
Se il potenziale di un enorme database di contenuti come quello offerto da YouTube per approfondire un tema o come supporto a un dibattito in classe non si discute, non va dimenticato che la piattaforma è spesso finita al centro di accese polemiche per il proliferare di filmati dalla natura discutibile, talvolta etichettati come fonte di disinformazione o misinformazione se non addirittura a sostegno delle teorie del complotto. Il buon senso e l’utilizzo responsabile rimangono dunque anche in questo caso le armi migliori contro un abuso o un uso scorretto dello strumento.
YouTube o libri di testo?
Si interpreti lo studio qui riportato come la fotografia di un fenomeno, di un cambiamento in atto, senza per forza di cose demonizzarlo. Sebbene riferito esclusivamente al territorio statunitense, non fatichiamo a ipotizzare che percentuali simili possano emergere dalla medesima ricerca condotta in Europa o sul nostro territorio.
Di nuovo, porsi una domanda di questo tipo (meglio l’una o l’altra opzione?) non è la cosa migliore e non tiene in considerazione le infinite vie di mezzo. Ci ricorda tanto un altro quesito che ormai da qualche anno puntualmente si pone in prossimità del back to school: è meglio il libro cartaceo o l’ebook? Né i sostenitori del dispositivo hi-tech a tutti i costi né i nostalgici ancorati a un modello educativo inevitabilmente destinato a cambiare possono fornire un contributo utile alla discussione.
Anche con YouTube (così come con qualsiasi altra piattaforma) vale lo stesso. Spetta all’insegnante intravederne il potenziale didattico e farlo fruttare, trasmettendo agli alunni le nozioni e la preparazione necessarie a un suo uso responsabile.