Roma – Entro questa estate, entro giugno, partiranno i bandi di gara per l’ assegnazione delle licenze WiMax , quelle che consentiranno agli operatori di offrire finalmente gli attesi servizi wireless broad band.
Lo ha affermato ieri il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, spiegando che il WiMax può rivelarsi una risorsa indispensabile per abbattere il digital divide che affligge tuttora moltissimi italiani, in particolare nei comuni più piccoli. Una tesi condivisa anche dai molti che però sostengono la campagna contro le licenze WiMax italiane , secondo cui è necessario puntare anche su uno WiMax “libero”.
Secondo Gentiloni, è necessario continuare ad investire nell’infrastruttura telefonica digitale, che oggi copre l’89 per cento del territorio, ma è altrettanto indispensabile “dare nuove opportunità di accesso alla banda larga attraverso le onde radio. Abbiamo un’intesa con il ministero della Difesa che ci consentirà di introdurre anche in Italia il WiMax, che consente l’accesso senza fili a Internet e banda larga. Fatto importantissimo per i piccoli comuni, più difficilmente raggiungibili da investimenti privati”.
Ed è curioso che proprio nei giorni in cui arriva il sospirato annuncio per un “WiMax all’italiana” in rete non si faccia che parlare di Deregulating Spectrum , l’ultima offensiva del celeberrimo professore di Stanford Lawrence Lessig, tra l’altro promotore di Creative Commons .
Secondo Lessig “il punto è la deregolamentazione delle frequenze. Deregolamentazione non significa che mettiamo all’asta le frequenze (come prevede di fare il governo italiano, ndr.). Perché le aste richiedono un diritto di proprietà del governo ed è una forma di regolamentazione dello spettro. Deregolamentare nel senso che lasciamo ampie porzioni dello spettro disponibili per un uso senza licenza .
Lessig sostiene da sempre queste posizioni e oggi, viste le iniziative legislative del Congresso USA per molti aspetti simili a quelle italiane, sta anche diffondendo via Google Video una presentazione in cui spiega il motivo della campagna.