Decollata nella giornata di ieri a bordo del razzo Falcon Heavy di SpaceX, dalla base del Kennedy Space Center di Cape Canaveral (Florida), LightSail 2 si trova ora in orbita intorno alla Terra. È la vela solare progettata dalla Planetary Society e finanziata con una campagna di crowdfunding. A riprendere la notizia è l’Agenzia Spaziale Italiana, con un comunicato e il filmato visibile di seguito.
LightSail 2, la vela solare
Al momento LightSail 2 si trova racchiusa all’interno di Prox-1, una sorta di contenitore messo a punto dagli studenti del Georgia Institute of Technology che si aprirà rilasciandola tra sei giorni. Allora saranno spiegati i quattro pannelli presenti a bordo e verranno srotolate in un tempo stimato in due minuti circa le altrettante vele che, sfruttando la spinta fornita dalla radiazione solare, dovrebbe raggiungere e oltrepassare i 700 Km di distanza dal nostro pianeta, quasi il doppio rispetto a dove si trova la Stazione Spaziale Internazionale. Se il sistema di propulsione si dimostrerà efficace potrà in futuro essere impiegato per missioni indirizzate, ad esempio, ad asteroidi e comete.
LightSail 2 rappresenta l’evoluzione del primo prototipo sottoposto con successo a una fase di test da Planetary Society nel maggio 2015. Il principio della radiazione solare sfrutta la pressione esercitata sulla vela da parte dei fotoni provenienti dalla nostra stella, che generando un’accelerazione provoca il movimento dell’unità per circa un chilometro al giorno (stando ai risultati delle simulazioni). Il design si basa su quello del satellite miniaturizzato CubeSat.
Satelliti e ceneri su Falcon Heavy
Una curiosità: insieme alla vela solare, a bordo di Falcon Heavy, c’erano anche 24 satelliti progettati dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e le ceneri di 152 persone destinate così alle profondità del cosmo attraverso il progetto The Heritage Flight. Tra queste l’astronauta americano Bill Pogue al lavoro sulla prima stazione spaziale USA, il giocatore di baseball giapponese Masaru Tomita e la ricercatrice Marj Kreuger della NASA.