Se c’è chi come Elon Musk mira a sfruttare la dimensione verticale dello spazio per rinnovare il concetto di mobilità in ambito urbano scavando tunnel nel sottosuolo, altri guardano invece verso l’alto, al cielo. Tra questi anche Lilium, ormai da qualche anno al lavoro sulla progettazione di quello che può essere definito come un vero e proprio taxi volante.
Il taxi volante di Lilium
Non è il solo team impegnato in un’iniziativa di questo tipo: tra gli altri si segnalano Uber con il suo Elevate, il gruppo Kitty Hawk finanziato da Larry Page, Vertical Aerospace che già nel nome cela la natura del suo mezzo e il colosso Airbus. Il comunicato diramato oggi da Lilium mette nero su bianco l’intenzione di fare sul serio, andando a includere nella propria squadra tre membri provenienti dal mondo automotive e da quello dell’aeronautica: si tratta di Mirko Reuter (ex Head of Automated Driving di Audi) che assumerà il ruolo Head of Autonomous Flight, Jakob Waeschenbach (ex Head Of Equipment Installation di Airbus) sarà Head of Aircraft Assembly e Rochus Moenter (ex Vice President Finance & Lease di Airbus) vestirà invece i panni del General Counsel & Head of Legal.
L’obiettivo è quello di arrivare a proporre entro il 2025, a livello commerciale, un velivolo di tipo VTOL (Vertical Take-Off and Landing) ovvero in grado di decollare e atterrare verticalmente, senza richiedere particolari infrastrutture. Nel filmato di seguito il primo volo del prototipo Eagle, portato a termine con successo lo scorso anno.
Stando alle promesse formulate dalla startup, viaggiare a bordo di questi velivoli sarò più rapido e conveniente rispetto a quanto avviene oggi con i mezzi del trasporto pubblico più tradizionale. Per viaggiare dall’aeroporto JFK di New York al centro di Manhattan (percorrendo 19 Km), ad esempio, si impiegheranno 5 minuti, mentre in taxi ne servono 55 per coprire una distanza complessiva di 26 Km. La spesa per il tragitto è stimata in un primo momento in 36 dollari, per poi arrivare successivamente scendere fino a 6 dollari. Bisognerà in ogni caso tener conto dell’esigenza di adeguarsi alle normative vigenti che regolano la circolazione nello spazio aereo e accompagnare il legislatore verso una revisione del codice.
Non è da escludere, in un futuro meno immediato, che a sistemi di questo tipo possano essere applicate tecnologie di guida autonoma simili a quelle che ci apprestiamo a veder debuttare sulle nostre strade, integrate all’interno di vetture destinate in un primo momento a servizi come il ride sharing.