“Fai ciò che vuoi, perché un pirata è libero. Tu sei un pirata”. Recita così il testo minimale di una canzoncina che ha accompagnato un brevissimo video apparso di recente tra i meandri di YouTube. Dal titolo LimeWire Pirate Song , il filmato ha così celebrato una resurrezione che potrebbe togliere il sorriso ai rappresentanti legali della Recording Industry Association of America (RIAA).
Il popolare client P2P LimeWire è infatti tornato alla vita , apparso nuovamente online con il nome di LimeWire Pirate Edition (LPE). Un gruppo di sviluppatori ha dunque ripristinato le principali funzioni del servizio di sharing, dopo essere fuoriuscito dal team originario con gli intenti più bellicosi. Restituire a milioni di utenti la possibilità di attingere ai vasti marosi del torrentismo .
L’originario LimeWire era infatti stato chiuso a seguito di un’ingiunzione da parte di un giudice di New York, che aveva ordinato la cessazione di qualsiasi attività online del servizio. Sia la sua versione base che quella a pagamento avevano all’improvviso smesso di esistere. Dopo che il legali della RIAA avevano già ottenuto una condanna per incitazione alla violazione del copyright nei confronti della società LimeWire LCC .
La versione LPE è ora apparsa tra i meandri del web, basata sulla precedente release 5.6 beta del client P2P. Gli stessi sviluppatori hanno sottolineato come questa nuova incarnazione di LimeWire sia ancora più efficiente, perché priva di pubblicità e spyware . Quindi dedicata esclusivamente ai bisogni essenziali di condivisione degli utenti. Con un piccolo dettaglio: per ammirare la resurrezione di LimeWire bisogna attualmente accomodarsi solo in ambienti Windows.
Mauro Vecchio