LimeWire, non congelare

LimeWire, non congelare

Nessuna mossa sospetta da parte degli azionisti del servizio P2P, gli interessi delle major non sarebbero a rischio. Gli asset di LimeWire non verranno bloccati in attesa del verdetto
Nessuna mossa sospetta da parte degli azionisti del servizio P2P, gli interessi delle major non sarebbero a rischio. Gli asset di LimeWire non verranno bloccati in attesa del verdetto

Non ci sarà alcun congelamento, gli asset rimarranno a disposizione della parent company Lime Group e di Mark Gorton, founder del popolare client P2P LimeWire. A deciderlo , il giudice di New York Kimba Wood che già lo scorso maggio aveva condannato azionisti e CEO per aver indotto i cittadini della rete alla violazione del copyright.

A denunciare Gorton era stata la Recording Industry Association of America (RIAA) che, tra le altre richieste, voleva assicurarsi che gli asset collegati a LimeWire non venissero trasferiti verso fondi aperti con lo specifico fine di evitare di ricompensare le major del disco .

Un congelamento, dunque, invocato dall’accusa fino alla sentenza definitiva, che dovrebbe quantificare la multa pecuniaria nei confronti di Gorton e di LimeWire. Si tratta di una sanzione che – posto il massimo della pena – dovrebbe aggirarsi sui 450 milioni di dollari .

Ma nessun trasferimento sarebbe stato avviato di recente da parte degli azionisti del client P2P, evidenza che ha convinto il giudice Wood a non ordinare il congelamento degli asset. Gli interessi delle major sarebbero dunque in salvo, mentre un comunicato ufficiale di LimeWire ha sottolineato come la decisione del giudice rappresenti un positivo sviluppo nella battaglia legale in corso.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
3 ago 2010
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