San Diego (USA) – Con Olanda, Belgio e Lussemburgo sono ora cinque i paesi europei in cui LindowsOS, il sistema operativo Linux-based commercializzato da Lindows.com , è stato messo al bando. Dopo Svezia e Finlandia , anche un tribunale di Amsterdam con giurisdizione sul Benelux ha infatti accolto la richiesta di Microsoft di bloccare le vendite di LindowsOS.
Al contrario di quanto è successo negli Stati Uniti, dove i magistrati hanno fino ad oggi respinto tutte le richieste d’ingiunzione presentate da Microsoft, la “battaglia d’Europa” sembra dunque volgere a netto favore del colosso del software.
Nella serie di cause legali che, sulla scia di quella avviata negli USA alla fine del 2001, sono state recentemente aperte da Microsoft in diversi paesi europei , il big di Redmond accusa la società capitanata da Michael Robertson di violare il proprio marchio commercializzando un sistema operativo dal nome troppo simile a Windows.
Nonostante le forti spese legali, Robertson ha fatto sapere di volersi appellare contro le sentenze europee e, nell’ugual tempo, espandere quell’iniziativa, chiamata ChoicePC , con cui sta tentando di far leva sul Web per aggirare i divieti europei.
Un’altra arma sfoderata da Lindows.com è il P2P, mezzo scelto per la distribuzione di una versione gratuita del proprio sistema operativo avviabile da CD, LindowsCD , ribattezzato per l’occasione LindowsLive!.
L’azienda ha iniziato a “seminare” un file ISO ( LindowsLive-4.5.2xx.iso ) contenente il proprio sistema operativo senza installazione su alcuni dei network P2P più utilizzati al mondo , fra cui Kazaa, Gnutella, eDonkey e BitTorrent.
Attraverso il P2P, Lindows.com intende ridurre i costi legati alla banda e, nello stesso tempo, ampliare significativamente la visibilità della propria incarnazione di Linux.
“Spero che questi utenti – ha detto Robertson – compreranno altri prodotti e servizi da Lindows.com, quali Click and Run, web-filtering, software antivirus o uno dei molti giochi e programmi disponibili su Click-N-Buy”.
Il boss di Lindows.com, fra i primi in passato ad aver tentato, con il sito mp3.com, il business della vendita di musica on-line, ha affermato che “il P2P è qui per rimanere” e che “l’industria discografica, come anche quella cinematografica e del software, dovrà modificare il proprio business per far leva sul P2P”.