In attesa della nuova ondata di influenza il cui picco di incidenza è stimato dagli esperti per la fine di dicembre, l’ Istituto per l’Interscambio Scientifico ( ISI Foundation ) lancia Influweb , portale che fa leva sulla partecipazione collettiva per monitorare il diffondersi dell’influenza e dei suoi sintomi. Il progetto, già testato in altri paesi europei, è basato su una piattaforma web alla quale gli utenti possono registrarsi per segnalare e condividere il proprio stato di salute.
Una volta ottenuti il proprio username e la relativa password, ogni utente dovrà compilare due questionari: il primo, di carattere più generale, serve ad inquadrare l’utente tramite domande che ne determinano il sesso, la fascia d’età cui appartiene, il CAP di domicilio, così come alcune abitudini quotidiane, nonché la variabile che lo qualifica o meno come un fumatore. Il secondo, più specifico, può essere compilato ed aggiornato periodicamente, con informazioni relative allo stato di salute, a patologie particolari, o più semplicemente alla presenza di alcuni sintomi, come ad esempio tosse e raffreddore, riconducibili ad una incombente influenza.
Tutti i dati raccolti da ciascun utente andranno a confluire in un marker posizionato in corrispondenza della zona di residenza sulla cartina del belpaese: “L’intento è quello di creare una mappa dettagliata e costantemente aggiornata in tempo reale della situazione a livello nazionale” spiega a Punto Informatico Daniela Paolotti , project manager di Influweb . “La nostra ricerca mira soprattutto a chi, pur manifestando i sintomi, decide di non consultare un medico, rimanendo fuori dai sistemi di controllo tradizionali, basati sulle segnalazioni di alcuni medici sentinella distribuiti in maniera non uniforme sul territorio nazionale”.
Immancabile il paragone con Flu Trends , la creatura di Google nata con lo scopo di fornire uno spaccato sul diffondersi dell’influenza negli Stati Uniti utilizzando le parole di ricerca immesse nel motore di ricerca di BigG. “Tra Flu Trends e Influweb c’è una sostanziale differenza: il sistema di Google utilizza dati passivi, raccolti dal motore di ricerca, comunque non in grado di stabilire quante persone presentino effettivamente i sintomi – spiega Paolotti – Il nostro sistema opera su basi diverse, utilizzando un metodo di raccolta dei dati attivo e in tempo reale, grazie all’autocertificazione degli utenti”.
Il progetto ha raccolto l’attenzione della centrale operativa del 118 di Milano: “Hanno espresso interesse nel nostro progetto in relazione ad alcuni studi da loro condotti utili a migliorare la rapidità di intervento in situazioni critiche. La speranza è che il nostro progetto sia utile a intervenire in tempi brevi”.
“Il nostro obiettivo – illustra Paolotti – è quello di creare un social network che permetta di integrare i dati degli utenti con i modelli demografici forniti dai metodi tradizionali per ottenere delle basi sempre più solide”. Il progetto, lanciato nell’inverno a cavallo tra il 2003 e il 2004 in Belgio e Olanda ha avuto un discreto feedback dai netizen, contando circa 20mila partecipanti. In seguito è stato adottato in Portogallo, paese in cui ha stentato a decollare per via della minore diffusione della connettività. Una volta lanciato in Italia, sarà ulteriormente esteso nel resto dell’Europa, per una durata complessiva di quattro anni, periodo in cui verranno incluse nazioni come Svezia, Regno Unito, Francia, Spagna e Germania. Non solo: tra i piani dello staff vi è anche quello di coinvolgere in maniera attiva e trasversale anche le scuole.
a cura di Vincenzo Gentile