Chesapeake Digital Preservation Group ha documentato , negli ultimi cinque anni, la conservazione degli archivi online dei documenti pubblici dei suoi quattro membri: le biblioteche di Legge del Maryland e della Virginia e due biblioteche universitarie, la Georgetown Law e la Harvard Law School Libraries .
L’obiettivo della ricerca era comprendere quando i link diventino marcescenti, vale a dire se e in quanto tempo cessino di essere efficaci mancando nella capacità di dirigere alla risorsa cercata. Il Web offre un’ampio spazio di archiviazione e le informazioni possono essere spostate o copiate con grande facilità. Può capitare, dunque, che nel processo si “rompa” qualche link che rimane, letteralmente, a marcire nella Rete .
I ricercatori hanno preso in considerazione due campioni: il primo era composto da circa 600 documenti archiviati nel 2007 e nel 2008, per osservare le variazioni di anno in anno; il secondo consisteva in 800 pagine online nate tra il 2007 e il 2012, per analizzare un quadro più ampio. Lo studio ha evidenziato che 214 degli 800 documenti del secondo campione, vale a dire il 26 per cento, non erano più reperibili all’indirizzo orginario. La maggior parte degli URL nati nel 2012 era ancora validi, ma in generale i link cominciano a marcire a un anno dalla nascita. L’8 per cento dei link prodotti nel 2011 era inefficace. Nel complesso, il 38 per cento delle URL più vecchie è diventato inattivo nel 2012.
Per quanto accurata, non è chiaro se la ricerca possa essere significativa rispetto alla totalità di Internet: prende in considerazione solo una piccola parte dell’immensa quantità di dati che circola nella Rete. Tuttavia lo studio mostra in maniera evidente quanto il Web possa cambiare nel giro di pochi anni.
Gabriella Tesoro