Ci risiamo. Ancora una volta una macchina dotata di intelligenza artificiale è riuscita a battere una persona in carne e d’ossa in un gioco di strategia e abilità. Questa volta la vittoria è avvenuta al tavolo verde di un casinò, e nello specifico ad una sfida a poker. Si è trattato della competizione “Brains Vs. Artificial Intelligence: Upping the Ante” durata 20 giorni e tenutasi al Rivers Casino di Pittsburgh e terminata a fine gennaio.
Già nel 2015 dei ricercatori canadesi avevano sviluppato un algoritmo battezzato Cepheus considerato imbattibile nel Texas hold’em, ma la lista di sfide macchina uomo è davvero lunga (ricordate la storica sconfitta agli scacchi di Kasparov da parte di Deep Blue ?).
All’evento di Pittsburgh hanno partecipato quattro grandi campioni del poker, Dong Kim, Jimmy Chou, Daniel McAulay e Jason Les che hanno dovuto tenere testa a un’estenuante battaglia contro Libratus , un giocatore virtuale sviluppato dal Pittsburgh Supercomputing Center in partenrship con la Carnegie Mellon University. Per aumentare la valenza statistica della prova sono state disputate 120mila mani . Il predecessore ” Claudico ” ne aveva disputate solo 80mila alimentando alcune critiche circa la validità della “sfida”.
Non è solo questione di casinò e vincite facili. Si tratta di un risultato molto importante per lo sviluppo dell’IA e la sua applicazione su fronti ben diversi rispetto alle sale da gioco . Il poker ben si presta a studi simili in quanto pone la macchina di fronte a elementi di incertezza e carenza di dati da contemplare nei già difficoltosi calcoli che deve compiere (pensate ad esempio ai casi di bluff). Tuomas Sandholm il padre di Libratus, ha affermato: “La miglior capacità dell’intelligenza artificiale di fare un ragionamento strategico con informazioni imperfette ha ormai superato quella dei migliori esseri umani”. La sofisticazione sarebbe quindi superiore rispetto ad altri scontri uomo macchine in cui è stata decretata la vincita di queste ultime. Alcuni esempi sono la vittoria a Doom da parte di Facebook (in partnership con Intel) e a Go questa volta da parte di Google (passando per Super Mario in grado di autogestirsi).
Tornando al mondo del poker, la vincita ripetuta contro campioni mondiali di gioco certifica il raggiungimento di un livello così sofisticato da poter essere applicato alla risoluzione di problemi complessi. Frank Pfenning, capo del dipartimento di informatica della CMS School of Computer Science è convinto dell’apporto benefico che l’AI a questi livelli potrà portare a negoziazioni commerciali, strategia militare, cyber security e trattamenti medici .
I ricercatori hanno svelato che il miglioramento della strategia è avvenuta giorno dopo giorno, analizzando “i buchi” competitivi a fine giornata. Sulla base di quanto registrato durante le sessioni di gioco , la macchina è stata quindi in grado di applicare miglioramenti algoritmici ogni notte sopperendo alle lacune . In passato le macchine erano programmate per cercare di approfittare delle debolezze dell’avversario per portare a casa la vincita. In questo caso, invece, la vincita è stata raggiunta migliorando e rafforzando la strategia valutando attentamente le carenze.
Per portare a segno la vincita Libratus ha impiegato un bel po’ di risorse informatiche. Nick Nystrom, direttore delle ricerche della National Science Foundation che ha finanziato i sistemi Bridges coinvolti nell’esperimento, ha raccontato che i dati elaborati hanno raggiunto una velocità di 1,35 petaflop (circa 7.250 volte più veloci dei migliori laptop in commercio) sfruttando una capacità di memoria di 274 Terabyte, circa 17.500 volte superiore a un comune PC.
Quanto ha vinto Libratus? La bellezza di 1.766.250 dollari. E pensare che una vincita simile non gli è valsa nemmeno un piccolo sussulto.
Mirko Zago