Un programmatore di Google e un astrofisico impegnato nel suo post-dottorato si sono serviti degli algoritmi di machine learning a disposizione di Mountain View per scovare l’esistenza di due nuovi esopianeti , uno dei quali contribuisce a candidare il suo sistema stellare come “gemello” (alquanto diverso) del Sistema Solare che ospita la Terra.
Il sistema stellare in oggetto dista quasi 2.500 anni luce e si chiama Kepler-90 , mentre il nuovo pianeta appena scoperto – e ribattezzato Kepler-90i – è un piccolo mondo roccioso dalle temperature estremamente alte , parecchio vicino alla sua stella e caratterizzato da un periodo orbitale di appena 14,4 giorni.
I ricercatori hanno scovato Kepler-90i analizzando i dati raccolti dal telescopio spaziale Kepler , una missione che ha già raggiunto il suo obiettivo finale ma che con tutta l’evidenza del caso contribuirà ancora alla ricerca astrofisica per gli anni a venire.
L’esopianeta è stato individuato con la stessa tecnica usata dai ricercatori in carne e ossa, vale a dire analizzando i cambiamenti periodici alla luminosità della stella di Kepler-90 nel tentativo di identificare il passaggio di un oggetto classificabile come pianeta.
Gli algoritmi di Google sono stati “addestrati” con 15.000 diversi segnali raccolti dal set di dati della missione Kepler, tutti verificati per essere pianeti veri e propri o falsi positivi. La IA ha dimostrato di poter riconoscere i pianeti dai falsi positivi con un’accuratezza del 96%.
L’enorme potenza computazionale a disposizione della IA di Mountain View ha il vantaggio di non stancarsi o non sfiduciarsi mai, e per i ricercatori l’adozione – per altro non nuova – di questo genere di tecnologia in campo astrofisico dovrebbe accelerare il ritmo delle scoperte future.
E il secondo pianeta scoperto dalla IA di Google? Si tratta di Kepler-80g, un modo appartenente al sistema stellare Kepler-80 che può vantare dimensioni simili a quelle della Terra.
Alfonso Maruccia