Lo scorso venerdì Linus Torvalds ha ufficialmente annunciato il rilascio del nuovo kernel Linux 2.6.27, arrivato alla sua maturità dopo nove release candidate.
Tra i bug corretti nella nuova versione del kernel riveste particolare importanza quello relativo alla scheda di rete Intel e1000e, il cui driver poteva corrompere la memoria EEPROM della scheda e renderla inutilizzabile. Il problema si verificava con il driver incluso in alcune versioni preliminari del kernel 2.6.27, ed in certi casi poteva costringere gli utenti a sostituire fisicamente la scheda e1000e. L’incidente ha avuto grande eco su Internet, ma gli sviluppatori del kernel hanno più volte sottolineato come le versioni di test servano proprio a far emergere bug come questi.
Linux 2.6.27 amplia considerevolmente il supporto ai dispositivi wireless, ed in particolare alle diffuse schede WiFi prodotte da Atheros, ed alle webcam. Inoltre migliora le funzionalità di sospensione ed ibernazione, ora compatibili con la stragrande maggioranza dei notebook e delle configurazioni hardware in commercio.
Il nuovo kernel strizza poi l’occhio alle piattaforme embedded, e lo fa introducendo il nuovo filesystem UBIFS , i nuovi tool di tracing Ftrace e Sysprof , ed altre migliorie pensate per i dispositivi a basso consumo.
Sviluppato da Nokia e dell’ Università ungherese di Szeged , UBIFS è un nuovo filesystem espressamente progettato per i dispositivi flash che si connettono al sistema per mezzo del sottosistema MTD (Memory Technology devices) del kernel. UBIFS supporta funzionalità quali il journaling, il write-back e la compressione on-the-fly, e si candida a diventare il miglior filesystem open source per i dischi a stato solido.
Una sintesi delle principali novità del kernel 2.6.27 si trova su KernelNewbies , mentre l’elenco integrale di tutte le modifiche è disponibile qui .
Tra le prime distribuzioni ad integrare il nuovo kernel – nella release RC8 – c’è Mandriva Linux 2009 , la cui versione finale è stata rilasciata nel corso del fine settimana. Linux 2.6.27 farà parte anche delle prossime edizioni di Ubuntu, OpenSUSE e Fedora.