Linux diventa 3.9

Linux diventa 3.9

La nuova release del kernel si concentra soprattutto su driver e gestione dei dischi a stato solido. Un versione future-proof
La nuova release del kernel si concentra soprattutto su driver e gestione dei dischi a stato solido. Un versione future-proof

Dopo otto release candidate, Linus Torvalds decide che il tempo di Linux 3.9 è giunto: nella nottata di lunedì è stata rilasciata la nuova versione del kernel, che incorpora un fondamentale miglioramento per la gestione dei dischi a stato solido (che verrà completato nella 3.10) e una serie di aggiornamenti per i driver di schede video e moduli WiFi che dovrebbe consentire di tener testa alle uscite hardware dei prossimi mesi.

La principale novità del kernel 3.9, come detto, è l’inclusione nel device mapper del target “dm-cache”: con questa nuova funzionalità diventa possibile utilizzare dischi a stato solido come cache delle memorie di massa per migliorare le prestazioni delle macchine che montino questa specifica versione di Linux. In questo caso il Pinguino non è il primo sistema a incorporare questa funzione (chi bazzica con le finestre di Windows avrà già familiarità con ReadyBoost ), ma si tratta di un miglioramento che non dispiacerà a parecchi: si tratta, per altro, ancora di una feature contrassegnata dall’etichetta “experimental”, e che sarà ulteriormente migliorata nella versione 3.10 del kernel.

Un altro capitolo importante del nuovo Linux 3.9 è senz’altro quello legato ai driver : ci sono quelli per le schede grafiche Radeon HD (serie 8500 e 8600), c’è il supporto alle APU di nuova generazione di AMD (Richland), c’è anche quanto occorre per i chip NV40 e NV50 di Nvidia che sono integrati nelle recenti schede grafiche GeForce. Proprio per il mondo Nvidia, poi, c’è da segnalare anche un primo supporto integrato nel kernel alla tecnologia Optimus. Per quanto riguarda Intel, invece, Linux dispone di informazioni più efficaci per gestire al meglio soprattutto il consumo energetico della grafica dei nuovi chip Haswell, così come i moduli della serie 7000 che ampliano la compatibilità del WiFi al nuovo standard di trasmissione 802.11ac.

Tra le altre novità, vale la pena citare il supporto all’hardware di parecchi Chromebook in circolazione, una rivisitazione del flag CONFIG_EXPERIMENTAL per migliorarne l’adozione consapevole da parte degli sviluppatori, la possibilità di adottare il KVM hyerpvisor per abilitare la virtualizzazione anche su chip Cortex A15. Alcune novità, infine, anche per la gestione degli stati di risparmio energetico con l’ introduzione di una modalità intermedia tra la sospensione e lo standby.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
30 apr 2013
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