Linus Torvalds è uno che usa parolacce e turpiloquio con una certa disinvoltura, e questo è un fatto acclarato dopo gli insulti pubblici contro NVIDIA e le note sfuriate contro gli sviluppatori sulla mailing list ufficiale di Linux. Ma proprio su detta mailing list c’è ora qualcuno che mette in discussione questo comportamento, parlando di violenza verbale in nessun caso giustificabile.
A scatenare la querelle è stata Sarah Sharp, sviluppatrice Linux impiegata presso Intel che si è pubblicamente lamentata dello stato di cose con il turpiloquio di Torvalds: le parolacce non sono necessarie per migliorare il codice, sostiene Sharp, e la violenza non è accettabile sia che si tratti di intimidazione fisica o di “abuso e minacce verbali”. La mailing list del Pinguino deve essere professionale, dice la sviluppatrice, e lei non ha intenzione di continuare a giocare il ruolo di “ragazza simpatica” mentre il maintainer del progetto Linux urla e insulta – dietro a uno schermo – tutti quelli che non gli vanno a genio.
La risposta di Torvalds, neanche a dirlo, non è affatto accomodante: lo sviluppatore finlandese non ha alcuna intenzione di comportarsi in maniera “professionale”, perché a suo dire il tipo di professionalità invocato da Sharp è ipocrisia di facciata tipica dei politici corrotti, dei passivi aggressivi e dei bugiardi.
Essere “politicamente scorretto” fa parte del suo modo di essere, dice Torvalds, ed è a suo dire un modo positivo di sfogare la tensione senza accumularla anche se questo modo di comportarsi non piace a tutti. La “sensibilità culturale” del fondatore di Linux prevede il turpiloquio, oltre alla franchezza, e Torvalds chiede infine a Sharp di rispettare questa sensibilità.
L’elogio del turpiloquio abbozzato da Torvalds non piacerà a quanti invocano un dibattito sul suo modo di agire, ma alla fine è lui che comanda e decide su quale sia l’approccio migliore alla gestione del popolare kernel open source.
Torvalds decide, e nel mondo FOSS le sue decisioni sono legge anche quando si tratta di omaggiare un vecchio ambiente operativo di Microsoft con la release di Linux 3.11: la futura versione di Linux sarà nota anche come “Linux for Workgroups”, nome in codice che va ad arricchire il già variopinto bestiario delle precedenti release del Pinguino.
Il riferimento è naturalmente a Windows for Workgroups 3.11, arcaico ma durevole ambiente operativo della metà degli anni ’90 – da installare e far girare su sistema operativo MS-DOS – che in anticipo sulle future generazioni di OS Windows (Windows NT per workstation e Windows 95 per utenti consumer) implementò il supporto nativo al networking su protocollo TCP/IP.
Nome in codice a parte, le novità che Torvalds prevede di integrare in “Linux for Workgroups 3.11” includono il supporto alle nuove modalità di gestione energetica delle GPU Radeon, il supporto della virtualizzazione KVM e Xen su processori ARM a 64 bit e altro ancora.
Alfonso Maruccia