Dopo due mesi di continua crescita, il market share di Linux nel panorama dei sistemi operativi desktop è tornato sotto alla soglia del 4%, superata per la prima volta a febbraio. Rispetto al mese scorso, ha fatto registrare un -0,17%, portandosi al 3,88% della quota complessiva.
Giù Linux, su ChromeOS e Windows 10
A fotografare l’ambito è l’analisi condotta da StatCounter (da cui abbiamo estratto i grafici riportati qui sotto), aggiornata a fine aprile 2024. Di fatto, la piattaforma del pinguino è tornata ai livelli registrati all’inizio di quest’anno, comunque superiori di oltre un punto percentuale rispetto a quelli di dodici mesi prima. È bene precisare che il conteggio non tiene in considerazione ChromeOS (al 2,56%, +0,29% in poche settimane), nonostante il kernel sia lo stesso, ma solo distribuzioni come Ubuntu, Fedora e Linux Mint.
In calo anche macOS (qui sopra ancora indicato come OS X), attualmente al 14,70%. Analizzando gli ultimi cinque mesi, rispetto a fine novembre 2023, la piattaforma di Apple ha perso il 6,31%, una discesa piuttosto significativa, che di certo ha fatto suonare un campanello d’allarme in quel di Cupertino.
A fare la voce grossa è sempre Windows, che si porta al 73,5%, un valore mai più raggiunto dopo gennaio 2023. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, però, non è una del tutto una buona notizia per Microsoft. Vediamo per quale motivo.
Il grafico qui sopra parla chiaro: W10 è tornato a crescere (ora al 69,89%), nonostante il termine del supporto ufficiale per il sistema operativo sia stato fissato tra meno di un anno e mezzo, all’ottobre 2025. Gli sforzi per promuovere il successore W11 non sembrano fin qui in grado di restituire i risultati sperati, anzi, questa versione è scesa al 26,19%. Di certo, non aiutano i problemi con gli update sempre più frequenti.
Nelle retrovie, reggono stoicamente W7, comunque scivolato al 2,81%. Chiudono il gruppo W8.1 (0,43%), XP (0,33%) e W8 (0,26%).