Non c’è solo Google con Android a cercare di diffondere sul mercato i sistemi operativi mobili per smartphone basati su Linux, nonostante in Italia ci sia così tanta attenzione solo su questo sistema. Per concorrere con i giganti del settore che si affidano ad altre piattaforme come Symbian, Windows Mobile, Mac OS X Mobile, Palm OS o Blackberry OS, la fondazione LiMo, entità indipendente non profit, cerca di promuovere già da diverso tempo prima del gigante del Web una versione standardizzata di sistema operativo basato su Linux per dispositivi mobili, con lo scopo di evitare la frammentazione tra diverse piattaforme adottate da singoli produttori di hardware, rischio questo molto concreto anche sotto il “cappello” Linux.
LiMo, ricordiamo, è un’alleanza fondata da Motorola, NEC, Panasonic Mobile Communications e Samsung Electronics insieme ai carriers NTT DoCoMo, Orange e Vodafone alla quale già da qualche mese si sono aggiunte anche software house come ACCESS (che sta portando Palm OS su kernel Linux), WindRiver e MontaVista nonché produttori di chipset come Texas Instruments, AMD, ST ed ARM.
E proprio recentemente otto nuovi membri hanno deciso di far parte di questa cordata, più esattamente l’infornata riguarda gli operatori mobili SFR, SK Telecom e Verizon Wireless oltre ad altre società come Infineon Technologies, Kvaleberg AS, Mozilla Corporation, Red Bend Software e Sagem Mobiles. Questo gruppo di nuove leve ha portato a 40 il numero dei membri della fondazione LiMo.
Ricordiamo che la piattaforma LiMo , presentata a febbraio scorso in occasione dell’ultima edizione del Mobile World Congress di Barcellona, non è ancora disponibile su dispositivi in commercio ma è attualmente in fase di integrazione presso alcuni produttori di terminali che hanno annunciato lanci imminenti. Su tutti Samsung che, con il proprio SGH i800 in uscita per l’estate, dovrebbe integrare il kernel definito da LiMo con la prima uscita dell’interfaccia utente ALP , “figlia” di Palm OS.