Recentemente è emersa una novità interessante che riguarda lo sviluppo del kernel Linux: una nuova serie di patch chiamata “Live Update Orchestrator” (LUO), sviluppata da un ingegnere di Google, e basata su un precedente lavoro noto come patch KHO v5, ha l’obiettivo principale di permettere aggiornamenti del kernel rapidi e senza interruzioni, attraverso un processo definito “Live Update” che garantisce dispositivi pienamente operativi durante il passaggio da una versione vecchia a una nuova.
Kernel Linux: riavvi istantanei con una nuova patch realizzata e proposta da Google
Questo nuovo approccio per il kernel Linux mira a ridurre al minimo i tempi di inattività del sistema, preservando gli stati dei dispositivi anche attraverso un riavvio, un aspetto cruciale soprattutto per gli ambienti cloud dinamici, dove anche interruzioni minime possono risultare problematiche e indesiderate.
Il funzionamento di LUO si basa su un meccanismo a macchina a stati, che orchestra la transizione attraverso tre fasi principali, ovvero: “normal”, “prepared” e “updated”. Queste fasi sono collegate tramite delle API di chiamata, che consentono a sottosistemi chiave del kernel, come KVM, IOMMU, gestione degli interrupt, il nuovo livello dev_liveupdate e la gestione della memoria, di integrarsi in maniera più armoniosa con le operazioni di aggiornamento in tempo reale del kernel.
Il processo è controllato tramite un’interfaccia sysfs situata in “/sys/kernel/liveupdate” del kernel Linux, dove comandi specifici guidano la sequenza: si parte dallo stato “normal”, quindi si attiva la preparazione scrivendo su “prepare”, si passa a “updated” con il nuovo kernel attivo, e si conclude tornando a “normal” con “finish”.
Un cambiamento così rilevante, tuttavia, non è affatto privo di ostacoli. Greg Kroah-Hartman, una figura autorevole nello sviluppo del kernel Linux, ha manifestato dubbi a tal proposito, nonché richiesto patch concrete e funzionanti per almeno tre sottosistemi di bus prima di considerare una revisione seria. Ha anche enfatizzato l’importanza di strumenti avanzati per lo spazio utente, necessari a gestire la complessità di numerosi dispositivi. In conclusione, LUO rappresenta un’idea promettente, ma la sua integrazione richiede ulteriori dimostrazioni di affidabilità e rimane incerta. Si tratta ad ogni modo di una proposta interessante per cui non resta che attendere sviluppi futuri. Tutti i dettagli sono disponibili nell’annuncio dedicato.